Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Nintendo Super NES
Unirally
Nintendo | DMA Design
12 04 2008
Leggenda vuole che, prima di piazzare Lemmings presso Psygnosis, i programmatori di DMA Design patirono non poco tra porte chiuse in faccia e "Vedremo..." vari, un po' come era successo ai Beatles prima di pescare il poker di Please Please Me. Bella cazzata, tenendo conto del successo planetario raccolto poi dai roditori suicidi, protagonisti di uno dei titoli più famosi di tutti i tempi. Memori di cotanto abbaglio, i tizi del marketing Nintendo ci pensarono due volte prima di farsi sfuggire il copyright di Unirally (DMA, appunto - 1994), facendo tutto sommato più che bene: al tirare delle somme questo anomalo racer con dentro unicicli colorati al posto delle automobili non sarà stato certo un novello Lemmings dal punto di vista dell'impatto, ma ha finito per rappresentare lo stesso un buon affare e un prodotto con una personalità tutta sua, a metà strada tra il minimalismo da puzzle game e l'adrenalina da alta velocità.
Adrenalina tenuta alta da una gestione delle corse sempre al limite del sorpasso e da un disegno dei tracciati che non consente cali di concentrazione. Non so nemmeno se si può propriamente parlare di tracciati, in realtà, perché qui si tratta di sezioni tridimensionali (o quasi) sospese in uno spazio astratto, quasi dei tubi colorati che cambiano continuamente di direzione costringendo i giocatori a reimpostare subito il senso di marcia. A dispetto di questa sua linearità grafica, Unirally non è comunque afflitto da improvvisi attacchi di monotonia: ostacoli continui (pozzanghere appiccicose, avvitamenti, salti) e richiami costanti all'acrobazia ciclistica rendono ogni corsa diversa dall'altra, molto più di quanto poteva accadere ai tempi con piste più normali, ma spesso condannate da una tragica uniformità di base. Alla fine, grazie proprio a questa semplicità apparente, qui tutto finisce per diventare più una questione di automatismi zen che di memoria o ragionamento, per fortuna.
Lanciato nel 94, quando tutti erano in attesa dei messia a 32 bit, Unirally non poteva non scontare la sordina imposta ai saldi di fine stagione, tanto più che al pubblico non veniva concesso nemmeno un minimo progresso grafico. La sottrazione degli elementi di contorno arrivava infatti ad annullare i fondali, ridotti a un blur geometrico colorato: minimalismo contrapposto all'esaltazione del gameplay, insomma, un po' come in Sensible Soccer. Certo il paragone è ardito, ma bisogna ammettere che Unirally si avvicina, come filosofia di fondo, al classico Sensible (anche se manca della sua profondità). Buon successo complessivo, comunque, aiutato da un confezionamento di prim'ordine (in partenza quattro differenti campionati con cinque circuiti ciascuno, un buon uso dello split screen per giocare in due ed in più la possibilità di competere in leghe con sei giocatori), da una colonna sonora fracassona ma brillante e da un livello di difficoltà che concede molto in avvio, ma richiede ancora di più per arrivare in fondo. Un gioco tenuto sotto tono quasi apposta, insomma, ma proprio per questo probabilmente più facile da apprezzare al giorno d'oggi, dopo una quindicina di anni di meraviglie tecniche spesso vuote.
[NO1]