Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Sharp X68000
Akumajou Dracula
Konami
15 08 2007
Sebbene il nome di Konami venga oggi associato principalmente a Pro Evolution Soccer e Metal Gear, negli anni 80 e 90 era Castlevania a saltare subito in mente ogniqualvolta la softco nipponica veniva tirata in ballo. La saga dedicata alla famiglia Belmont e al conte Dracula era un'autentica bandiera per Konami, particolarmente attaccata al primo episodio della serie pubblicato sul NES. Primo episodio che, forse in un momento di nostalgia, Konami decise di ripescare nel 1993 per realizzarne un remake su X68000, scritto effettivamente con gran cura, ma afflitto da qualche magagna di non poco conto.
È indubbio che, perlomeno da un punto di vista grafico, Akumajou Dracula per X68000 sia un vero e proprio capolavoro. Tanto i colori utilizzati quanto l'attenzione dedicata ai fondali, alle animazioni e ai numerosissimi piccoli dettagli sparsi qua e là per il gioco appaiono infatti ancor oggi eccezionali, nonché perfettamente in grado di creare un'atmosfera perfetta per un gioco dai connotati tendenzialmente cupi e orientati verso l'horror più tradizionale.
Anche il gameplay, d'altra parte, s'avvia decisamente con il piede giusto, visto e considerato che Akumajou Dracula per X68000 è sì un remake, ma arricchito con due livelli nuovi di zecca, tante piccole variazioni per le ambientazioni riprese di peso dall'originale per NES, un maggior controllo sui salti eseguibili dal personaggio principale, un'utilissima arma speciale aggiuntiva e, soprattutto, un sistema di rilevamento delle collisioni dal funzionamento esemplare. È un vero peccato, quindi, che alcune idiosincrasie nel sistema di controllo (in particolare per quanto riguarda l'accesso alle scale disseminate un po' ovunque) e un livello di difficoltà tendente all'insano (un po' perché calibrato con colpevole approssimazione, un po' perché la faccenda viene inutilmente complicata dalle già citate falle dei comandi) rendano assai meno godibile un'esperienza potenzialmente memorabile, che unisce quindi il sapore stuzzicante del gioco artisticamente ispirato a quello amaro dell'occasione mancata...
[Nyabot]