Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sega Mega Drive
Puggsy
Psygnosis | Traveller's Tales
10 11 2007
Simile a un pezzo di plastilina con occhi e antenne annesse, Puggsy fece la sua prima comparsa in una serie di spaventose demo per Amiga, almeno un paio di anni prima del suo debutto su Megadrive. A Psygnosis tutto sommato il personaggio non dispiacque e a partire da allora (1991) un gioco basato sulle avventure dell'alieno a forma di pera, ovviamente fornito del suo stesso nome, rimase in elaborata gestazione.
Puggsy, comunque, alla fine venne fuori sotto forma di uno scroller orizzontale a piattaforme, col nostro eroe che si perde nello spazio, naufraga su un pianeta simile alla terra e cerca di tornare a casetta sua superando una lunga serie di livelli labirintici. Per capire la filosofia del gioco bisogna però mettersi bene in testa che l'intelligenza di Puggsy non è particolarmente sviluppata, anzi, e che lo strano naufrago spaziale dovrà essere quindi guidato passo passo, ricorrendo continuamente alla deduzione logica, attraverso 17 diverse ambientazioni e un numero molto più grande di aree secondarie, in modo da ritrovare la sua aeronave e in maniera da non venire eliminato da una miriade di creature ostili. Fatto sta che, essendo Psygnosis quella che era e i Traveller's Tales quelli che erano, non c'è da meravigliarsi se Puggsy si sia rivelato poi come uno dei titoli più sofisticati mai apparsi sul Megadrive, con un ristretto gruppo di aficionados a considerarlo addirittura la cosa migliore mai pubblicata sul 16 bit Sega, sotto tutti i punti di vista. Di sicuro la sua ottima grafica, dettagliata e arricchita da citazioni di altri classici Psygnosis, non rinunciava ad alcune performance sbalorditive, come la presenza di rotazioni à la Super Nintendo e quella di un intro in ray-tracing francamente incredibile (robe che la vecchia console non si era mai sognata di riprodurre fino ad allora). Ottime musiche, anche.
Certo che la combinazione di alieni smarriti, piattaforme, ricerca di oggetti nascosti e di vie di uscita da rintracciare sembra comunque la base perfetta per assemblare la solita solfa da adventure/puzzler vecchio stile. Puggsy, oltre che per la ricchezza della sua impostazione (con tra l'altro molti livelli segreti e variazioni bonus, come le versioni semplificate di Wiz'n'Liz e di Space Invaders), si salva grazie alla logica rigorosa dei suoi enigmi e ad una curva della difficoltà attentamente studiata (con per di più una intera sezione dedicata ai principianti). Il successo commerciale solo parziale, tant'è che Puggsy può essere considerato come uno dei candidati al titolo di gioco per Megadrive più sottovalutato, starà però a significare pur qualcosa: la prima cosa che viene in mente è che la sua mancanza di azione poteva allontanare, e ha in effetti allontanato, una bella fetta di audience potenziale, tanto più che le fasi dinamiche presenti finivano per accusare un controllo non proprio impeccabile dei comandi. Puggsy, poi, è strano, e non mi riferisco all'aspetto del protagonista, ma alle bizzarrie del suo gameplay. In molti casi, ad esempio, il completamento di un livello non comporta una esplorazione totale dello stesso. Altrettanto bizzarre possono rivelarsi le modalità di combinazione e di utilizzo degli oggetti ritrovati, con fasi che si risolvono in piena banalità e altre difficilmente interpretabili, proprio perché non si è abituati a una gestione multiforme degli item. Alla fine Puggsy non può non scontare la sua scarsa immediatezza, e allo stesso modo Psygnosis finì per scontare l'ennesimo semiflop commerciale su console: per la completa rivincita della casa di Liverpool si dovrà aspettare l'avvento della PlayStation e quello del miracoloso Wipeout.
[NO1]