Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sega Mega Drive
Gods
Accolade | The Bitmap Brothers | Graftgold
10 07 2007
Gods su Mega Drive era una conversione di un gioco Amiga realizzato da Renegade e dai Bitmap Brothers qualche tempo prima, nell'ordine di un anno scarso (1991). Fondamentalmente si trattava di un platform in cui il ruolo principale era quello di un eroe muscoloso, apparentemente un antico guerriero ellenico, spedito in missione per salvare la sua città da orde di mostri scatenati dagli dei per qualche sconosciuto motivo. In questi casi ludici ci si ritrovava in genere, come da manuale, a massacrare tutto e tutti, e amen. In Gods, invece, il viaggio attraverso le piattaforme veniva anche ostacolato da una serie di blocchi e di enigmi che gli dei avevano inserito lungo l'avventura, tanto per rendere più insidioso il cammino del nostro eroe.
Trama belluina, quindi, ma svolgimento interessante. I Bitmap Brothers avevano affidato ai celebri programmatori di Graftgold l'onere della conversione e il risultato era stato, come previsto, eccellente: i chip del Mega Drive erano più adatti a gestire un motore di gioco di questo tipo rispetto a quelli del computer Commodore e, come conseguenza diretta, Gods riusciva a muoversi molto più velocemente sulla console Sega. Per il resto, a parte riprodurre brillantemente l'ottima sezione sonora ad opera di John Foxx (nientemeno che ex-Ultravox), questa versione ripresentava un tradizionale mix di platform, shooter e indovinelli vari, sotto forma di oggetti da ritrovare e combinazioni di leve da tirare: niente di particolarmente originale insomma, a parte qualche componente da gioco di ruolo ripescata a forza, ma come dicevamo l'ottima realizzazione portava comunque ad un gioco molto gradevole e altrettanto duro da masticare.
L'impostazione visiva era quella dei titoli Bitmap Brothers, e quindi immediatamente riconoscibile e molto stilizzata, ma forse con un viraggio tendente più al medioevale che all'ellenico vero e proprio. A dire la verità la grafica risulterà ancora più pulita e definita nella successiva conversione per Super Nintendo, davvero superba: rispetto a quest'ultima, però, l'edizione Mega Drive poteva vantare un tutorial che forniva suggerimenti indispensabili al superamento delle fasi più ingarbugliate (in questo come in altri vecchi arcade adventure il rischio vero era quello di ritrovarsi bloccati senza sapere cosa fare). Data la difficoltà complessiva, elevata e per di più incrementata sia da un'ampiezza di gioco notevole sia da qualche impuntatura di troppo (imboccare le scale può rappresentare a lungo andare un problema serio), già solo questo piccolo aiuto riesce comunque a spostare l'ago della bilancia a favore della versione Sega, fino a farla diventare la più appetibile del lotto. Da tenere in debita considerazione, quindi, se volete masticare qualcosa di più sostanzioso di un platform tutto azione e personaggi da marketing puro.
[NO1]