Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Nintendo Super NES
Uchuu Race - Astro Go! Go!
Meldac | KAZe
03 07 2007
Cinque veicoli antigravitazionali che si sfidano su piste sospese in aria, come piccoli hovercraft che anticipano le navette da corsa di Wipeout. Se qualcuno ha detto F-Zero non è andato molto lontano dalla verità, ma in realtà si sbaglia: questo è Astro Go! Go!.
Molto meno famoso di F-Zero, e se è per questo mai approdato sui mercati occidentali, il racer di Meldac pesca a piene mani dal suo epigono, spostando però l'accento sulla psichedelia dura e pura e sull'abilità nel controllo piuttosto che sulla proverbiale velocità del classico Nintendo. Caricare la cartuccia di Astro Go! Go! sul vecchio Super NES, comunque, garantisce ancora oggi qualche stupefazione, soprattutto rimandabile a una grafica incredibile e agli impossibili accostamenti di colore. Quello che però caratterizza il tutto è la durezza del cuore del gioco: anche se le piccole astronavi si muovono e si spostano senza esitazioni, il marchio di fabbrica sembra essere infatti quello di andare a ricercare situazioni sempre poco prevedibili, con corse spezzate dal continuo ricorrere ai salti, ai cambi di direzione e al piazzamento strategico di ostacoli nei punti più scomodi (e con una velocità che tanto per gradire tende ad aumentare progressivamente).
Meldac, forse perché andava a ripescare un tema tanto classico proprio al culmine della maturità del Super NES (eravamo nel 1994), decise di affidarsi a un taglio grafico diverso dal solito, a metà strada tra le copertine freak degli album degli anni sessanta e le illustrazioni dei diari da ragazzina jap: nonostante il livello di difficoltà piuttosto alto, quello che ci va a rimettere è la credibilità del gioco, che non dà una grande sensazione di verosimiglianza (e va bene), ma che fornisce pure l'ingannevole impressione di essere rivolto a un'audience pre-puberale. Se si riesce ad andare al di là di questo aspetto e al di là di un character design caramelloso, ci si ritrova tra le mani un ottimo clone di F-Zero, il che è comunque una benedizione, per di più fornito di una sua originalità di base. Inutile però aspettarsi la giocabilità di F-Zero. La reputazione dei due giochi è molto diversa e non a caso: ad esempio il Mode 7 con cui viene gestita la tridimensionalità di Astro Go! Go! non è del tutto inappuntabile, e non tanto per una sua inefficienza tecnica quanto per un angolo di visuale che mostra solo gli scorci di pista più vicini. Allo stesso modo la facilità con cui uno solo dei numerosi contrattempi possibili riesce a compromettere il piazzamento in corsa delle navette, con posizioni che passano improvvisamente dalla prima alla quinta, è altrettanto seccante. Non me la sento invece di considerare la mancanza di un 2-player mode come un dato di fatto davvero compromettente: in fondo anche F-Zero soffriva della stessa carenza, ma questo non gli ha impedito di diventare una pietra di paragone per tutti i giochi di corsa successivi. Il catalogo Super Nintendo, insomma, continua a riservare grosse sorprese, anche quando si tratta di assoluti outsider come questo Astro Go! Go!.
[NO1]