Dopo aver fondato A.Rea. 21 insieme a NO1 e
LH3CT, Shrapnel ha svolto il lavoro di mantenimento
del sito fino alla chiusura dello stesso e ne ha poi
curato la riapertura. Ha scritto su Super Console, Mega
Console, Videogiochi e PSM, ha gestito per due anni e
mezzo un negozio di videogiochi e ha lavorato come
game designer e sceneggiatore su uno sparatutto per PC
intitolato Steel Saviour. Ha inoltre scritto per un paio
di riviste cartacee dedicate agli utenti iOS e macOS.
Atari 800
Into The Eagle's Nest
Atari | Pandora
28 12 2006
In un periodo in cui i cloni di Gauntlet stavano letteralmente intasando il mercato dei giochi per home computer, Into The Eagle's Nest costituì per la stampa e per il pubblico pagante una gran bella sorpresa - lo ricordo chiaramente. Alla visuale e al gameplay di base del classico da sala che più o meno tutte le softco stavano tentando di riprodurre in proprio, infatti, il titolo prodotto da Pandora aggiungeva un'ambientazione relativamente originale, ovvero quella della Seconda Guerra Mondiale, e una discreta profondità. Il fatto stesso di dover portare avanti una missione ben precisa (consistente nel recupero di tre ostaggi imprigionati in un castello e nella successiva distruzione del castello stesso tramite detonazione di esplosivi), invece di dover semplicemente girovagare per una serie di sotterranei, contribuì in maniera determinante a differenziare Into The Eagle's Nest dalla concorrenza, con la quale il gioco in questione condivideva comunque il classico repertorio di chiavi da intascare, porte da sbloccare, tesori da recuperare e cibarie da ingollare per ripristinare l'energia del proprio alter ego. Era inoltre necessario rubare le munizioni ammassate dai nazisti (pena l'esaurimento delle proprie scorte di proiettili) ed evitare accuratamente le casse di dinamite sparse per il castello, ed era ancora più importante andare a caccia dei pass richiesti per utilizzare gli ascensori che collegavano tra loro i vari piani del maniero. Gli scontri a fuoco, poi, erano decisamente più sofisticati della media, visto e considerato che era possibile ripararsi dietro alcuni oggetti e dispensare morte e distruzione dalla relativa sicurezza del proprio nascondiglio. È anche vero che lo scrolling 'a spinta' complicava inutilmente le cose in parecchi frangenti, e che l'avventura poteva diventare ripetitiva dopo un gran numero di sessioni di gioco, ma l'atmosfera di Into The Eagle's Nest era tale da indurre ad ignorare tali difetti, in fin dei conti effettivamente veniali.
[Shrapnel]