Dopo aver fondato A.Rea. 21 insieme a NO1 e
LH3CT, Shrapnel ha svolto il lavoro di mantenimento
del sito fino alla chiusura dello stesso e ne ha poi
curato la riapertura. Ha scritto su Super Console, Mega
Console, Videogiochi e PSM, ha gestito per due anni e
mezzo un negozio di videogiochi e ha lavorato come
game designer e sceneggiatore su uno sparatutto per PC
intitolato Steel Saviour. Ha inoltre scritto per un paio
di riviste cartacee dedicate agli utenti iOS e macOS.
Commodore 64
Super Cycle
Epyx | Stephen Landrum
03 09 2005
Se fosse ancora più realistico, avreste bisogno di un'assicurazione per giocarlo. Questo, più o meno, era il messaggio lanciato all'indirizzo dell'ignaro giocatore dalla pubblicità di Super Cycle, hit motociclistico pubblicato da Epyx nel 1986. E, ovviamente, tale pubblicità diceva il falso. Perché Super Cycle, frutto della mente del geniale Stephen Landrum (già autore di Summer Games, sempre sotto l'ala protettrice di Epyx), non era affatto realistico. E, in effetti, difficilmente avrebbe potuto esserlo, viste le capacità del C64. Anzi, a dirla tutta il gioco era anche abbastanza facile, e non richiedeva certo sforzi sovrumani per essere completato. Eppure era un capolavoro.
Un autentico capolavoro, niente di più, niente di meno. Perché Super Cycle era veloce, tanto per cominciare. Molto veloce, senza che ciò andasse a discapito delle ambientazioni. Che non erano dettagliatissime, questo è vero, ma beneficiavano di tocchi di classe come i fulmini sullo sfondo, ancora ben impressi nella memoria degli appassionati del gioco. E poi Super Cycle partiva indubbiamente con il piede giusto, grazie ad uno dei migliori temi musicali mai composti per una schermata introduttiva di un videogioco, indipendentemente dal computer o dalla console considerati. E sarebbe estremamente ingiusto, a questo punto, non citare il sistema di controllo assolutamente perfetto, nella miglior tradizione dei giochi di casa Epyx. E poi, e poi... e poi c'è il fatto che Super Cycle era sì un gioco di guida, una competizione in cui folli motociclisti si sfidavano su un angusto nastro di asfalto, eppure... eppure Super Cycle riusciva ad essere rilassante. Sarà stato per il già citato livello di difficoltà non proprio stratosferico, oppure per il piacere e la curiosità di vedere nuovi paesaggi avanzando nel gioco, fatto sta che Super Cycle riusciva ad intrattenere senza mettere sotto pressione, a divertire senza mai irritare. Forse era più una gita che una gara, ma era comunque un'esperienza estremamente peculiare, e soprattutto intimamente soddisfacente. E, incredibile a dirsi, lo è tuttora, perlomeno per chi ama davvero il retrogaming...
[Shrapnel]