Sega Mega Drive
Micro Machines
Codemasters
02 07 2006
Questo è il titolo che ha dato il via alla formidabile rimonta di Codemasters nella corsa ai 16 bit, dopo una partenza decisamente ritardata. Simulazione di una simulazione (avete presente quando da bambini si giocava alle corse con i modellini di automobile, sdraiati sul pavimento, sul letto o sui tavoli?), Micro Machines per sua stessa natura - ma anche come molti altri titoli precedenti targati Codemasters - non poteva che venire fuori molto semplice, con una grafica semplice e un gameplay semplice, replica fedele del suo progenitore comparso sul vecchio NES a 8 bit. Ma, alla faccia della sua semplicità, quello che nel tempo lo ha fatto diventare un vero e proprio marchio di fabbrica, con un'infinita sequela di riedizioni di successo, era la sua capacità di essere incredibilmente divertente.
L'idea di base è appunto quella di correre con la tua piccola Micro Machine (che può essere rappresentata da un'auto, un motoscafo, un elicottero, un fuoristrada ecc.) lungo piste di pura fantasia e piene di pericoli, tracciate un po' dovunque all'interno di una casa - nella vasca da bagno, su una scrivania, sull vialetto di entrata, sul tavolo della cucina o magari in garage. Tanto per cominciare ci sono undici piloti tra cui scegliere, tutti liberamente opzionabili e tutti con diverse abilità (il che comporta che se troverete la competizione un po' troppo duretta avrete sempre la possibilità di sistemarvi le cose su un piano di maggiore facilità, tra protagonisti abili e contendenti un po' pippe), e due modalità per giocatore singolo: una in cui ci si batte contro altri tre concorrenti passando di circuito in circuito, cercando di arrivare perlomeno secondo, conquistando nuove Micro Machines e conservandosi il più a lungo possibile le tre vite disponibili; l'altra in cui, propedeuticamente alla vera modalità per due giocatori, si affronta un singolo rivale controllato dalla CPU.
E tanto per non sbagliarsi il modo multiplayer è, senza troppe sorprese e nonostante una meccanica di gioco poco lineare dovuta all'assenza di uno split screen, la cosa migliore di Micro Machines, con colpi bassi tra amici, continue sportellate, tagli di strada e macchinette che finiscono giù dai tavoli, dentro buche di biliardo o incastrate contro ostacoli di varia natura (palette, bulloni, macchie di marmellata, temperamatite). È proprio il 2-player mode, poi, ad assicurare al primo Micro Machines una longevità accettabile, data la scarsa resistenza offerta dal gameplay (non lo considero comunque un grosso guaio, dato che i suoi celebrati sequel, decisamente più completi come numero di piste e di varianti, hanno progressivamente raggiunto livelli di difficoltà quasi irritanti).
Micro Machines non aveva quindi un look particolarmente brillante (anche se, abituati come siamo a continue riproduzioni quasi fotografiche della realtà, il ritrovarsi con una impostazione grafica minimale non dà troppo fastidio e appare anzi quasi divertente) e non si portava in dote nemmeno un comparto audio accettabile (pochi effetti e musichette quasi assenti). Ciononostante, aveva dalla sua quello che contava e conta: uno scrolling super fluido, velocità quanto basta, un po' di sense of humour e una giocabilità da leggenda metropolitana (l'archetipo di quella inseguita ancora oggi da tutti i titoli di punta di Codemasters). Un altro classico del Megadrive da non mancare.
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