Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Nintendo Super NES
The Humans
Gametek | Imagitec Design
05 01 2007
Dato che agli esseri umani è stato concesso molto tempo per dimostrare una qualsivoglia superiorità intellettuale rispetto ad esempio ai delfini e alle balene - superiorità ottenuta soprattutto sbattendo gli uni all'interno di grossi acquari a saltare e a mangiare pesce morto e sparando arpioni in testa alle altre - suona abbastanza strano voler rimembrare quanto potevamo essere stupidi nei lontani tempi andati.
Prendiamo The Humans, per esempio. È un puzzler/platform game che ti obbliga a spremere l'ipotalamo, non ha in effetti niente a che fare con delfini e balene ed è appunto basato sul superamento degli ostacoli che l'uomo medio doveva affrontare nell'età della pietra, stante una concomitante carenza di attrezzature. Tutto lecito e tutto ben costruito, graficamente e come impostazione logica, non fosse però che il tempo richiesto per passare attraverso le sue sezioni risulta quasi pari a quello che abbiamo impiegato per evolverci (insomma, più o meno). Ora, per quanto ne so io, gli elementi di base da ficcare in un puzzle game sono i puzzle (indovinelli, ovviamente), ritmo, progressione della difficoltà, grafica quanto basta per non fare crollare l'interesse del giocatore. The Humans non manca nessuno di questi obiettivi, tranne uno: il ritmo. Insomma: per strisciare fuori dalle profondità del mare, trasformarsi in anfibi, rettili, uccelli e quant'altro ci vuole sicuramente tempo, ma il gioco Gametek non dovrebbe trascinarsi a un passo da evoluzione genetica solo per questo.
Veniamo al punto: in The Humans bisogna salvare la propria piccola tribù portandola da un punto di partenza ad uno di uscita, lungo piattaforme sempre più complicate e utilizzando una serie di oggetti che diventano via via più sofisticati (si parte usando solo lance e si finisce ricorrendo anche a fuoco e magia). Se qualcuno ha detto Lemmings, ha pienamente ragione: ma rispetto al canonico puzzler dell'Amiga, in cui il salvataggio dei roditori protagonisti doveva viaggiare a un passo frenetico, pena suicidio di massa dei piccoli lemming, qui tutto succede molto più lentamente. Non che lento significhi per forza brutto, ma, al di là della volontaria mancanza di un tempo limite, qui la placidità generale deriva anche da una sciocca carenza di velocità dei nostri prodi uomini di Neanderthal, evidentemente afflitti da forme di artrite deformante e forniti di uno scatto degno dell'Università della terza età.
Alla fine bisogna ammettere che qui grafica e sezione audio risultano superiori agli standard del genere. Ammettiamo anche la corretta impostazione della curva della difficoltà e degli enigmi (anche se il quid diventa un po' troppo simile a sé stesso dopo una ventina di livelli, come spesso accade in questo genere). Tutto potrebbe quindi portare a una giocabilità esplosiva. Ma in realtà The Humans è così vicino alla perfezione da fare rabbia proprio perché manca il centro per motivi stupidi (un passo di gioco che affossa il gameplay, tanto che spesso ci si limita ad osservare con tutta tranquillità le eventuali disgrazie a carico degli ominidi, tanto non c'è fretta alcuna). Se solo Gametek ne avesse prodotto una versione turbo, il Super NES si sarebbe ritrovato con un altro successone ex-Amiga in cascina, ma stando così le cose potreste trovarvi a rimpiangere il primo tempo di 2001 Odissea Nello Spazio: il ritmo lì era nettamente superiore.
[NO1]