Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Nintendo Super NES
Goof Troop
Capcom
14 09 2006
Nel corso dei primi anni novanta l'accoppiata Capcom-Disney aveva portato in cascina risultati sorprendenti. Già la loro prima prova (Magical Quest) rappresentava la realizzazione di un sogno inseguito a lungo, la creazione cioè di un cartoon interattivo in grado di riprendere la grafica dettagliata e rotondeggiante del Mickey Mouse anni cinquanta. L'unica controindicazione arrivava dalla eccessiva gracilità e zuccherosità del suo gameplay, guardato con sospetto da chi aveva più di dodici anni e un minimo di esperienza ludica alle spalle. Goof Troop, prova Capcom-Disney quasi immediatamente successiva, finiva ugualmente per soffrire di tasso glicemico troppo elevato, almeno apparentemente: d'altro canto uno spin-off derivato da una oscura serie TV, probabilmente nemmeno programmata qui in Italia, non aveva tra i suoi compiti teorici quello di entusiasmare anche un pubblico collocato al di là della fase prepuberale. Un vero peccato, perché Goof Troop invece, oltre a rappresentare un'alternativa ai soliti platform, finiva per rivelarsi uno degli eredi (e uno dei più legittimati dalla realtà dei fatti) della componente più caratteristica dello Zelda a 16 bit: quella legata alla soluzione degli enigmi e al ritrovamento degli oggetti nascosti all'interno dei dungeon.
Il tema zeldiano veniva qui trasportato nel profondo di un'avventura del tutto pretestuosa e all'interno di ambienti riconducibili a un'improbabile isola tropicale, popolata da pirati non proprio feroci (ed è forse proprio questo che finisce per portare fuori strada il videogiocatore medio, insospettito da un'atmosfera fumettistica più adatta a una scuola elementare che ad un gioco basato sull'uso dei neuroni). Tutto il repertorio classico di ostacoli spostati, ricerca di vie d'uscita, utilizzo di strumenti specifici, leve irraggiungibili, inseguimenti più o meno frenetici, apertura di strade alternative e grattacapi vari, tipico appunto degli Zelda e dei migliori giochi di ruolo/adventure, veniva invece riprodotto in questo caso con una profondità e una progressione della difficoltà insospettabili a prima vista e difficilmente riscontrabili in titoli più ambiziosi. La stessa impostazione grafica, fedele al cartoon, ma vagamente schematica nel suo tendere al piccolo, finiva per rivelarsi poi gradevole e pienamente adatta al meccanismo di gioco.
L'inquadratura dall'alto, anche se comportava una certa distanza dall'azione, riusciva infatti a dare un quadro molto chiaro di quanto poteva succedere all'interno dell'area di gioco (ricordava parecchio quella canonica di Bomberman, in effetti). Non che il passo di Goof Troop fosse travolgente, per intenderci, ma gli enigmi presenti (che potevano diventare anche vagamente tosti) non richiedevano certo un supplemento di difficoltà imputabile a inutili incertezze di visuale. Dove il gioco comunque emerge in pieno, ancora adesso, è nella modalità a due giocatori, che comporta una buona quota di attività in collaborazione e non va mai ad alleggerire il gameplay, grazie a un parallelo aumento delle difficoltà inserite nei vari livelli. Livelli che, per quanto vasti e ben studiati, restano però un po' pochi (cinque) per poter sperare in una longevità superiore a qualche pomeriggio passato tra amici. A Goof Troop, quindi, non bisogna chiedere più di quanto può offrire (tra l'altro un sonoro tecnicamente ineccepibile e una manovrabilità senza intoppi): breve quanto una eiaculazione precoce e altrettanto ricco di risvolti piacevoli, Goof Troop rimane un'ulteriore prova della grande abilità di Capcom nel trattare i temi disneyani (anche se l'eccessiva leggerezza di fondo resta una costante fastidiosa).
[NO1]