Nintendo Super NES
Tiny Toon Adventures - Buster Busts Loose!
Konami
13 08 2006
Sorpresa! Un cartone animato che viene trasformato in un videogioco, ai tempi dei 16 bit. In realtà, quando si trattava di conversioni in platform, il Super Nintendo non perdeva un colpo: non si buttava via niente (film, fumetti, serie di telefilm, cartoon e linee di giocattoli) e tutti gli eroi presenti sui media finivano così per sgambettare allegramente tra una piattaforma e un'altra. Konami, in questo caso, si spinse ancora più in là con la produzione di due titoli per Super NES e Megadrive, tutti e due molto giocabili, tutti e due abilmente impostati a partire dalle caratteristiche dei personaggi della serie Warner, ma soprattutto tutti e due completamente diversi l'uno dall'altro.
Due singole produzioni, quindi, per una scelta più unica che rara in uno scenario che puntava a risparmiare sul centesimo, quando si trattava di licenze concesse e di riprogrammazioni da un formato a un altro. Come al solito la versione per Megadrive era quella più diretta e immediata: un solo protagonista in scena, impostazione grafica gradevole ma senza voli pindarici, struttura ortodossa, senza sbavature inutili e con l'unica variante di una caccia al tesoro da portare a termine. Di tutt'altra pasta l'edizione per Super Nintendo. Qui il piccolo Buster Bunny si ritrovava coinvolto in una avventura con finale a sorpresa lungo le aule della Acme Looniversity, in un set da film western con i canonici assalti al treno, all'interno di una casa da horror movie (e fin qui le ambientazioni rimangono abbastanza usuali), per poi scendere in campo per un match di football (americano, con tutte le sue brave regole da partita di college, e questo non te lo aspettavi di sicuro all'interno di un platform), in mezzo alla nuvole per una allora inedita scalata verso il cielo via palloni aerostatici, dirigibili, mongolfiere e tavole da flipper (!) per finire le sue vicende in mezzo ad alieni di varia natura e ambientazioni in stile Star Wars. Roba da platform anche in questo caso, insomma, ma grazie a parecchi aggiustamenti e a qualche trovata inserita qua e là a spezzare il ritmo, il prodotto finale era differente e non di poco.
La grafica era costantemente spaventosa, nel senso che lascia ancora oggi a bocca aperta, con sprite di grandi dimensioni (circa il doppio rispetto a quelli presenti su Megadrive), perfettamente animati e con scenari ipercolorati, inappuntabili nel loro stile Konami. Ma quello che divertiva di più era la fantasia con cui il gameplay veniva accoppiato con continui cambi di situazione e conseguenti acrobazie da elaborare (non aspettatevi una articolazione dei movimenti da 128 bit, ma perlomeno qui non ci si limita a saltare sulla testa degli avversari e amen). Per di più Konami ebbe la buona idea di diversificare ancora di più la produzione per Super NES ricorrendo a cinque bonus stage, piazzati alla fine di ogni livello, talmente ben realizzati da rappresentare per molti la cosa migliore (o perlomeno più nuova) all'interno di Tiny Toon Adventures. In realtà alcune tra queste fasi bonus, organizzate come uno show televisivo, si rivelano un po' troppo graciline nella loro struttura, ma altre (p. es. il labirinto e la partita di squash, in cui tra l'altro entrano direttamente in scena i personaggi secondari della serie Warner) riescono a cambiare completamente il tono del gioco. E il gioco, tra una trovata e l'altra, non può che rivelarsi ancora oggi come un prodotto di prima classe, già a partire dalla presentazione. Con quattro-cinque livelli per ogni area, ma con una difficoltà complessivamente lieve, l'unico ma grave appunto che si può rivolgere a Tiny Toon Adventures è in effetti una longevità non da record mondiale (anzi). Per il resto, come è ovvio, questo rimane un platform 2D e anche con tutte le ricercatezze grafiche, sonore e di gameplay spalmate al suo interno non può certo andare al di là della sua natura. Ma, a parte questo, davvero un esempio di quello che il Super Nintendo poteva fare nel settore di sua massima pertinenza.
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