
Convinto sostenitore della pixel art e della massima
semplicità nelle produzioni per le macchine attuali,
Goliath non disdegna comunque i videogiochi propriamente
moderni. Mastica un po' di tutto, dalle simulazioni sportive
agli RPG, ma ha una predilezione mai sopita per l'azione
dura e pura.
Sega Dreamcast
Blue Stinger
Activision | Climax Graphics | Ayumu Kojima | Eiji Ookoshi | Shinya Nishigaki | Masaki Segawa | Kazuaki Yokozawa | Hideo Yamaguchi | Yoshinori Tagawa | Sega
19 02 2025
Nel corso dell'ormai lunga storia dei videogiochi, è capitato più di una volta che titoli attesissimi, rimandati più volte e aspettati da critica e pubblico con trepidazione e speranza si siano rivelati poi dei fiaschi di proporzioni bibliche, se non delle vere e proprie calamità. A tale proposito possiamo ricordare Federation of Free Traders per Amiga (pubblicizzato come il vero successore di Elite e poi dimostratosi assolutamente scadente sotto tutti i punti di vista), Falcon 4.0 per PC (un ottimo prodotto, devastato però da una serie a dir poco impressionante di bug) e il solito Wild 9 per PlayStation, sempre e comunque citato in questi casi. In questa poco illustre galleria di insuccessi (parziali o totali che siano) trova posto anche il qui presente Blue Stinger per Dreamcast, atteso all'epoca come un novello Resident Evil e rivelatosi alla prova dei fatti nettamente inferiore al titolo Capcom.
Blue Stinger fallisce in diversi settori, primo fra tutti quello grafico in cui la sconfitta è comunque solamente parziale. A fronte del buon livello delle texture impiegate, il gioco di Climax Graphics propone infatti alcune delle peggiori animazioni mai viste su Dreamcast. Tutti i personaggi, senza esclusione alcuna, vagano per lo schermo in modo legnoso e poco convincente, con una rigidità degna dell'epoca pionieristica dei videogiochi tridimensionali. È inoltre ridicola la caratterizzazione della stragrande maggioranza dei mostri, tra cui è possibile annoverare bizzarri mutanti (metà umani e metà non-si-sa-cosa), risibili incroci tra esseri tentacolari e jeep, bocche da fuoco organiche appese alle pareti a mo' di trofeo e altre creature che quasi mai riescono a incutere il terrore che ci si aspetterebbe da un gioco di questo tipo.
L'audio, da parte sua, è senza infamia e senza lode, ma per quanto riguarda i dialoghi bisogna registrare una recitazione decisamente poco ispirata e l'assoluta mancanza di sincronizzazione tra il parlato e il movimento delle labbra. Non si tratta certo di un difetto fondamentale, ma fa parte della lunga lista di problemi piccoli e grandi (con gli ultimi che includono un sistema di controllo talvolta bizzoso, soprattutto quando il protagonista è in acqua) che sommati tra loro finiscono per rendere Blue Stinger meno appassionante di quanto era lecito attendersi.
Il prodotto di Climax Graphics non è comunque un completo disastro. La possibilità di prendere il controllo di personaggi diversi sia come caratteristiche fisiche che come armamento aggiunge un minimo di strategia, lo scenario in cui ci si muove è sufficientemente vasto e la durata dell'avventura è accettabile. Il vero problema di Blue Stinger è però riassumibile nella mancanza di atmosfera, rovinata dalle magagne tecniche precedentemente citate e dalla trama prevedibile e sviluppata in modo inadeguato. Quella che poteva essere una valida alternativa alla serie Resident Evil si è quindi trasformata in una seconda o terza scelta, che non mancherà probabilmente di appassionare diversi utenti, ma sicuramente ne deluderà altrettanti.
[Goliath]