Sega Saturn
Dragon Force
Sega | Tomoyuki Ito | Hiroshi Ooba | Takashi Hashimoto | Kei Nakajima | Naoya Souma | Masahiro Sanpei | Yoshiaki Endou | Working Designs | Timon Trzepacz
05 02 2025

L'attaccamento ai videogiochi del sottoscritto è nato principalmente per colpa (o merito?) di Commodore. Il mio primo computer è infatti stato un C16, seguito poi da un C128, da un Amiga 500, da un Amiga 1200 e da un Amiga 4000 espanso in ogni modo possibile e immaginabile. È per questo che sono particolarmente affezionato ai giochi dell'epoca d'oro del C64 prima e dell'Amiga poi, che oltre a brillare per le loro indubbie qualità assumono per me un valore affettivo che ne esalta ulteriormente la bellezza. Tutto questo preambolo, a ogni modo, serve soltanto a introdurre e motivare la mia adorazione per Defender of the Crown, tanto sul Commodore 64 quanto sull'Amiga, e il qui presente Dragon Force rappresenta la realizzazione dei sogni più rosei (e improbabili) degli ammiratori dello storico titolo Cinemaware. La prima cosa che ho pensato vedendo Dragon Force è stata infatti: "Cavolo... ma questo è Defender of the Crown con i draghi!" e penso che nessun gioco avrebbe potuto trovare una strada migliore per accaparrarsi la mia completa attenzione.
Tanto per cominciare, anche in Dragon Force come in Defender of the Crown ci sono diversi personaggi da scegliere prima di dare il via alle ostilità; mentre nel gioco Cinemaware le differenze tra i vari capitani non erano però così marcate, in Dragon Force ogni generale ha una sua campagna bellica da portare avanti e dei precisi obiettivi da raggiungere. Dopo aver scelto il campione ha inizio il gioco vero e proprio, distribuito in fasi della durata ideale di una settimana a loro volta suddivise in due sezioni. La prima è quella in cui si agisce sulla mappa del territorio, andando in cerca di castelli, avversari e gloria; la seconda si palesa alla fine di ogni settimana e richiede la gestione delle risorse umane (soldati e luogotenenti, in altri termini) e delle incombenze che pesano sulla testa di ogni vero leader (tra cui la fortificazione dei castelli, le udienze con gli ostaggi e l'assegnazione delle onorificenze militari).
Mentre la fase gestionale si fa notare principalmente per un'ottima gestione dei menu e per l'effettiva importanza delle decisioni prese, il cuore di Dragon Force (ovvero la sezione di spostamento sulla mappa e combattimento) mette in luce una veste grafica decisamente ben curata e molto gradevole. Le truppe vengono rappresentate sulla mappa tramite simpatiche miniature animate ed è sempre possibile riconoscere il tipo di esercito o di castello a cui si sta andando incontro. Sempre per quanto riguarda le fasi di spostamento, è da notare che si possono impartire ordini a più truppe in modo semplice ed efficace, potendo così usufruire della possibilità di organizzare la difesa (o l'attacco) su più fronti. È inoltre possibile accedere ai castelli e gestire gli eserciti ivi accampati, che potranno essere smembrati, rinforzati, fusi e così via.
Per quanto concerne le battaglie vere e proprie, è essenziale notare che ci sono diversi tipi di truppe e che ogni esercito può essere composto mescolando a piacere reggimenti di vario tipo. Ciò è molto importante in virtù della stretta correlazione tra la tipologia delle truppe in campo e il risultato della battaglia, dal momento che ogni reggimento può essere più o meno portato ad affrontarne un altro di tipo diverso. La cavalleria, per esempio, avrà quasi certamente la meglio sulla fanteria, mentre quest'ultima si troverà in vantaggio su un reparto di arcieri in caso di lotta ravvicinata. Si tratta in buona sostanza (come fu fatto notare all'epoca dalla popolarissima rivista specializzata Edge) di una sorta di morra cinese, in cui la truppa X batte la truppa Y che viene a sua volta sconfitta dalla truppa Z. Le cose non sono però così banali all'atto pratico, dato che bisogna assemblare gli eserciti in previsione degli scontri che andranno a sostenere: ciò implica una perfetta conoscenza tanto del nemico quanto del percorso che si intende seguire, perché c'è sempre il rischio di incappare in un altro battaglione completamente diverso da quello a cui si mirava.
La rappresentazione grafica delle battaglie, dal parte sua, è decisamente azzeccata sia nella caratterizzazione dei soldati che nella cura dei fondali e degli effetti visivi causati dall'impiego di attacchi magici. Gli scontri tendono inoltre a divenire man mano più spettacolari, dato che il numero di militari coinvolti aumenta con il crescere dell'esperienza dei generali. E a proposito di generali, come tralasciare l'importantissimo ruolo da essi rivestito nelle corso delle battaglie? È infatti tramite il generale in campo che si impartiscono gli ordini alle truppe e sarà sempre lui (o lei) a resistere strenuamente agli assalti del nemico in caso di totale eliminazione dei suoi sottoposti. Nemmeno quest'ultima sfortunata evenienza, comunque, è in grado di smorzare l'entusiasmo che Dragon Force riesce a generare con ininterrotta costanza dall'inizio alla fine del suo svolgimento, anche in caso di ripetizioni multiple delle campagne. E questo è probabilmente il miglior complimento che si possa rivolgere a un titolo così massiccio e impegnativo, il cui 'peso' non costituisce mai un ostacolo al divertimento.
[Goliath]