Appassionato di giochi per ZX Spectrum e di film
d'azione d'annata, SirGlaive vive in una capsula del
tempo che lo isola completamente dal mondo moderno.
Del quale, per inciso, non sente la mancanza: non ha
bisogno di nulla, se non di un televisore a tubo
catodico, di un videoregistratore e (ovviamente) di
uno Spectrum 128K...
Commodore 16
Storm
Mastertronic | The Firm | Mike Talbot | Kevin Shrapnell | Sean Martin | Binary Design | Jim Baguley
28 11 2024
Corrine, ovvero l'adorata sposa del principe guerriero Storm, è stata catturata dal malvagio Una Cum e rinchiusa in un laboratorio segreto. Il rapitore ha però lasciato la sua oscura dimora incustodita per andare a caccia di una scatola (presumibilmente magica) chiamata 'The Fear', il che rappresenta praticamente un invito a nozze per Storm e il suo compagno di battaglia Agravain. Ed è così che i due decidono di prendere d'assalto il laboratorio per liberare Corrine e farla in barba a Una Cum. È questa, a voler tagliar corto, la scarna trama allestita dagli sviluppatori per dare l'avvio a Storm per Commodore 16: ci si potrebbe quindi aspettare un prodotto in tono minore, ma la realtà è ben diversa.
Storm è al contrario un gioco vasto (meno delle sue controparti per le altre macchine a 8 bit, però, che possono vantare 100 stanze in luogo delle 40 presenti sul C16), articolato e avvincente che prende ispirazione da Gauntlet e ne riformula le basi in maniera più compassata e per certi versi complessa. Lo scorrimento viene qui sostituito dalla tecnica del 'flick-screen' che consente di disegnare più agevolmente una mappa del laboratorio di Una Cum e, soprattutto, di godere di sprite di grosse dimensioni e stanze contorte al punto giusto. L'esplorazione, del resto, costituisce il cuore pulsante di Storm e offre generatori di avversari da abbattere per fermarne almeno temporaneamente l'inarrestabile flusso, chiavi da raccogliere per aprire porte altrimenti bloccate, pergamene e amuleti dagli incredibili poteri, armature capaci di resistere ai colpi più subdoli, pietanze e bevande capaci di ripristinare la vitalità degli eroi e trappole letali.
Si è parlato poc'anzi di eroi, e non di un singolo combattente, perché Storm può essere affrontato da due giocatori in contemporanea. Di qui l'introduzione di Agravain (curiosamente 'attivato' nelle sessioni in solitaria, invece del guerriero che dà il titolo all'avventura), citato in apertura, le cui abilità sono tra l'altro diverse da quelle del protagonista del gioco. La presenza di una modalità cooperativa è a dir poco sorprendente, in particolare tenendo a mente le limitate potenzialità del Commodore 16, ma a renderla un'aggiunta essenziale è il suo funzionamento impeccabile. L'intrusione nel laboratorio di Una Cum è godibilissima se portata avanti da soli, ma è ancor più appassionante e memorabile quando viene condotta in compagnia di un amico - a patto di istruirlo in merito ai comandi o di costringerlo a leggere le istruzioni prima di gettarsi a capofitto nell'azione.
Il sistema di controllo di Storm è infatti abbastanza atipico, ma non per un banale capriccio (o, peggio ancora, per manifesta incapacità) degli sviluppatori. Il guerriero Storm e lo stregone Agravain, in breve, non vengono manovrati 'direttamente': devono essere invece ruotati di 90 gradi verso destra o sinistra e poi spostati in avanti spingendo in alto la leva del joystick, mentre il tasto di fuoco è deputato agli attacchi. Un sistema poco intuitivo, per carità, che non crea però grossi problemi (dopo un po' di pratica, s'intende) in virtù del ritmo non proprio elevato dell'avventura a ha soprattutto il pregio di lasciare libera la direzione bassa del joystick: quest'ultima è stata quindi assegnata alle azioni speciali, evitando del tutto il ricorso alla tastiera. Un altro piccolo colpo di genio che, unitamente a quanto sin qui esposto, fa di Storm uno dei migliori titoli per Commodore 16.
[SirGlaive]