Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno
della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21
dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto
in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di
nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre
da cui era improvvisamente spuntato. Se lo
incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera
e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da
lanciare all'indirizzo dei curiosi...
Nintendo Game Boy Color
Dragon's Lair
Capcom | Digital Eclipse | Cathryn Mataga | Jeremy Mika | Daniel Filner | Mike Mika
19 10 2024
Dragon's Lair su un Game Boy? Possibile? Ebbene sì. E non si tratta del vecchio gioco di piattaforme prodotto da Elite sulla versione in bianco e nero della console, bensì di una conversione diretta del 'laser game' da sala sul Game Boy Color. Ovvero un potenziale disastro, viste le differenze tra l'hardware del cabinato e quello della macchina portatile targata Nintendo. Un disastro di quelli a dir poco memorabili, sia ben chiaro. E invece...
E invece Dragon's Lair per Game Boy Color è un prodotto sorprendente, sia per la fedeltà tecnica all'originale che per il mantenimento della peculiare giocabilità (o dell'assenza della stessa, secondo i detrattori dei 'laser game') del coin-op. Il primo fattore è probabilmente quello più impressionante, dal momento che ci si trova di fronte a una piccola console portatile studiata per essere economica e richiedere poca energia alle batterie. Ciononostante, a Dragon's Lair per Game Boy Color manca ben poco di quanto è possibile vedere nel gioco da sala: le principali carenze riguardano il sonoro, ridotto al minimo indispensabile, ma la grafica è davvero spettacolare. Ci sono ovviamente meno colori sullo schermo e le animazioni non possono vantare la stessa fluidità di quelle immagazzinate sul Laser Disc contenuto nel cabinato, ma per il resto non ci si può assolutamente lamentare. Le movenze di Dirk e dei suoi avversari, i fondali delle stanze e gli eventi che si susseguono sul piccolo monitor del Game Boy Color ricordano in maniera esemplare quanto visto in sala giochi, a dispetto della già citata disparità tra i due formati in termini di forza bruta e di capacità di stoccaggio. E tutto ciò si palesa senza grossi sacrifici in termini di velocità, con l'avventura che (incredibilmente) scorre via più o meno con lo stesso brio dell'originale.
Il 'tour de force' grafico appena descritto sarebbe però inutile senza un'adeguata giocabilità, ma anche in questo caso - come accennato in apertura - si può affermare di essere in presenza di un piccolo miracolo. La formula di base di Dragon's Lair, che richiede l'esecuzione di azioni ben precise (cambi di direzione e pressioni del pulsante, in breve) al momento giusto e nel corretto ordine, funziona senza intoppi sul Game Boy Color e trae enormi benefici dalla encomiabile reattività del sistema di controllo, apparentemente ancor più preciso di quello impiegato dal coin-op. Ci sono inoltre dei 'beep' che segnalano l'esito delle azioni eseguite e la quota di queste ultime è stata lievemente ridotta nelle stanze più complicate, così da compensare adeguatamente la minor leggibilità della grafica e delle circostanze in cui è necessario effettuare movimenti e attacchi.
Dragon's Lair per Game Boy Color non convertirà alla causa delle peripezie di Dirk the Daring coloro che hanno sempre detestato il gioco (e non sono pochi), tacciandolo di essere tutto fumo e niente arrosto, ma costituisce un argomento praticamente inoppugnabile in favore della insospettabile prestanza della console Nintendo. Merito di una programmazione impeccabile e del totale sfruttamento dell'hardware da parte degli sviluppatori di Digital Eclipse, capeggiati del resto in questa occasione da un'autentica leggenda dei videogiochi come Cathryn Mataga.
[Nyabot]