Alle soglie degli 'anta, Dan Hero resta un giovane vecchio
con lo sguardo e il cuore immutabilmente fissi al passato.
Da una decade circa ospite non gradito sulle pagine di TGM,
snocciola mensilmente sermoni irremediabilmente noiosi riguardo
quanto meravigliosi fossero i videogiochi dei bei tempi andati,
coltivando nel contempo il sogno di fondare una software house
nichilista e creare titoli nati vecchi che nessuno giocherà.
Atari ST
Cannon Fodder
Virgin | Sensible | Jon Hare | Chris Yates | Jools Jameson | Stoo Cambridge
01 09 2024
Cannon Fodder esce nel 1993 (per poi arrivare nel 1994 su Atari ST), inizialmente sotto una cattiva stella. Da una parte alcuni volti della stampa specializzata anglosassone lo additano come semplice clone in chiave bellica del mai troppo osannato Syndicate; dall'altra, la presenza sulla confezione e nella schermata dei titoli del papavero rosso (simbolo dei veterani della Prima Guerra Mondiale nonché della Royal British Legion) scatena uno scandalo ancora prima che il gioco arrivi nei negozi, facendolo precipitare dritto nel fuoco incrociato degli avvelenatissimi 'tabloid' anglosassoni. Virgin Interactive, allora 'publisher' del titolo, corse ai ripari nei limiti del possibile, eliminando il reo fiore dalla copertina e inserendo un 'disclaimer' per specificare che Cannon Fodder non era in nessun modo legato alla Royal British Legion. Un'altra polemica scaturì a causa della scanzonata natura del gioco, erroneamente parafrasata come mitizzazione dell'atto bellico e sufficiente per far proibire le pubblicazione del gioco in Germania.
Cannon Fodder dice in realtà no alla guerra in modo nemmeno troppo sibillino: basti pensare alla cruda rappresentazione dei personaggi del gioco (la 'carne da cannone' del titolo) che aspettano di entrare in azione mentre le tombe dei precedenti commilitoni costellano progressivamente la collina alle loro spalle, diventando meri numeri man mano che le lapidi spuntano dopo ogni morte. Si tratta di un'immagine divenuta celebre all'epoca del debutto del gioco su Amiga, perfetta per veicolare il rifiuto della guerra e 'dura' come un pugno nello stomaco. Ed è probabilmente anche per questo suo messaggio che, nonostante la generalizzata ostilità, il gioco diventa un grandissimo, duraturo successo in grado di toccare un enorme numero di piattaforme, dallo sfortunato Jaguar di Atari al leggendario Archimedes di Acorn, non trascurando macchine insospettabili come il Game Boy Color. Un messaggio veicolato però con minore efficienza dalla qui presente versione ST, inspiegabilmente orfana della collina di cui sopra...
Cannon Fodder è un gioco immediato, che tuttavia nasconde una complessità in progressiva e continua crescita e mette il giocatore di fronte a una variegata selezione di missioni che spaziano dall'eliminazione del nemico alla distruzione di obiettivi strategici; con una visuale dall'alto e un intuitivo controllo tramite mouse, è possibile comandare ed eventualmente dividere il plotone con facilità. I nostri uomini hanno a disposizione un mitra con colpi infiniti e una manciata di granate, ma andando avanti nuove opzioni offensive diventano disponibili e ampliano quindi le possibilità per far fronte a situazioni sempre inedite, egregiamente supportate dal superbo 'level design'. Peccato solo per lo scorrimento dello schermo, che sull'Atari ST zoppica visibilmente e rende preferibile il ricorso alla versione originale per Amiga (prevedibilmente dotata anche di un comparto audio superiore, oltre che dell'iconica collina di cui s'è detto poc'anzi).
Il lisergico schema di gioco rese Cannon Fodder - come già detto - un titolo richiestissimo anche a distanza di anni, spingendo a mettere in cantiere conversioni anche per PlayStation 2 e PSP. Sfortunatamente la pessima gestione del marchio da parte di Codemasters in seguito all'acquisizione di Sensible Software risultò nella cancellazione dei progetti e nella lenta caduta nell'oblio della serie, proseguita nel 1994 con un secondo episodio (mai giunto però su Atari ST) e in tempi relativamente più recenti con alcune reinterpretazioni assai discutibili.
[Dan Hero]