Alle soglie degli 'anta, Dan Hero resta un giovane vecchio
con lo sguardo e il cuore immutabilmente fissi al passato.
Da una decade circa ospite non gradito sulle pagine di TGM,
snocciola mensilmente sermoni irremediabilmente noiosi riguardo
quanto meravigliosi fossero i videogiochi dei bei tempi andati,
coltivando nel contempo il sogno di fondare una software house
nichilista e creare titoli nati vecchi che nessuno giocherà.
Arcade 16 bit
Crime City
Taito
25 08 2024
Con un nome simile, Crime City non deve essere una meta turistica gettonatissima, specie dopo un'evasione di massa dal penitenziario locale corredata da una serie di eventi in stile film d'azione anni Ottanta, con il rapimento del sindaco e un colpo di scena finale che non ti aspetti. Ibrido tra 'platform' e sparatutto a scorrimento orizzontale sulla scia di Rolling Thunder, inframmezzato occasionalmente da sezioni in terza persona dove prendere la mira e fare strage di criminali, il nostro Crime City presenta una coppia di piedipiatti 'lievemente' ispirata ai protagonisti di una famosa serie cinematografica. Vediamo un po', c'è lo scavezzacollo con il mullet che di cognome fa Gibson, accompagnato dal compare di colore. Mi ricorda qualcosa, ma non riesco proprio a mettere a fuoco...
Scherzi a parte, il gioco presenta una modalità per due giocatori in contemporanea (assente nel sopracitato Rolling Thunder di Namco) e un livello di difficoltà ottimamente calibrato, nonostante una certa brevità. Certo, sul fronte originalità tocchiamo i minimi storici, ma Crime City offre momenti esilaranti, come il già menzionato finale (niente spoiler, ma gli americani lo definirebbero 'cheesy') e un livello fuori di testa ambientato su una serie di veicoli in corsa - roba che il modesto TIR di Dragon Ninja non è nessuno. Una simile idea verrà successivamente riproposta in The GG Shinobi II per Game Gear, tra l'altro.
Forse per la sua mancanza di idee originali, Crime City non ha solleticato l'attenzione di nessuno ed è rimasto nel limbo dei mai convertiti, per cui l'emulazione rimane la scelta migliore per giocarlo. E poi ha una caratteristica fantastica: non esiste una tabella degli 'high score', ma il gioco tiene traccia solo del punteggio più alto della giornata, premiando il campione dei campioni con la possibilità di imbrattare una targa con fori di proiettile. Teoricamente da usare per tracciare le iniziali del nome in modo fighissimo, ma esiste tuttavia un 'dip switch' che attiva le canoniche tre lettere, probabilmente per quei gestori stanchi di trovare alla fine della giornata composizioni più o meno artistiche a base di ceppe disegnate col mitra.
Se poi vi affezionate a Tony Gibson e Raymond Broady, beh, probabilmente l'auto che appare nel finale vi sembrerà familiare. Appena un anno prima i due debuttano infatti in Chase HQ, ovvero giocare a guardie e ladri a quattro ruote. Out Run con i 'boss fight', per riassumere, con la solita coppia di sbirri, qui visibile tra un livello e l'altro, intenta ad arrestare criminali vari con metodi poco ortodossi.
[Dan Hero]