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Kotengu Kotengu abbandona di rado le sue amate montagne e i boschi che ha scelto di proteggere dall’umana sciagurataggine. E quando lo fa, è soltanto per recensire giochi giapponesi fino al midollo, ovvero incomprensibili ai più. Ma a noi va benissimo così.

Sega SG-1000
Borderline
Sega | Compile | Masamitsu Niitani | Satoshi Fujishima
11 07 2024

Nonostante non ci siano al momento certezze assolute in merito, principalmente per via della scarsa precisione delle informazioni relative all'esatta data di uscita della cartuccia, Borderline dovrebbe esser stato il primissimo gioco pubblicato su SG-1000. Lo si presume per via del codice identificativo G-1001, ovvero il più basso tra quelli stampigliati sulle confezioni dei titoli per la console Sega, ma al di là di un generico 1983 non ci sono altri dati sul debutto del gioco. È invece più che certa l'origine di Borderline, nato in sala giochi e trasportato da Sega sul suo SG-1000 con il plausibile scopo di commercializzare la console insieme a un prodotto già conosciuto dagli appassionati e potenzialmente assai appetibile. E dopo aver messo alla prova questa conversione curata da Compile (non proprio gli ultimi arrivati...), in effetti, c'è ben poco di cui lamentarsi.

Tanto per cominciare, Borderline per SG-1000 somiglia parecchio al suo omologo da sala. Il cabinato originale può vantare delle tinte un po' più accese ed è in grado di gestire un maggior numero di sprite, ma la versione domestica si difende egregiamente sia dal punto di vista grafico che da quello sonoro. È la totale aderenza dell'adattamento per SG-1000 al coin-op in termini di gameplay, però, a fare di Borderline un prodotto vincente. Si tratta infatti di un titolo capace di mescolare due diverse strutture in maniera esemplare, con ovvi vantaggi per la varietà generale e per il coinvolgimento del giocatore.

Il primo livello prende la forma di uno sparatutto inquadrato dall'alto, con uno scorrimento verticale forzato che non impedisce comunque di spostare verso l'altro o verso il basso (oltre che a destra e a sinistra, ovviamente) la jeep assegnata al giocatore, così da rallentare o accelerare l'avanzata del veicolo verso la fine dello scenario. Avanzata che - neanche a dirlo - non è priva di pericoli, come si addice del resto a un'incursione in piena regola in territorio nemico: ecco allora che bisogna evitare o abbattere a suon di proiettili una folta schiera di avversari che vanno dai missili agli aerei, passando per i mezzi corazzati e i carri armati. Una volta giunti al termine del livello, inoltre, non si può ancora dire di aver salvato la pelle: è necessario distruggere un ultimo fronte di resistenza posto al confine, prevedibilmente protetto dai nemici. Ed è a questo punto che le cose si fanno davvero interessanti.

Il secondo, il terzo e il quarto livello del 'loop', infatti, cambiano completamente le carte in tavola e posizionano il giocatore (al quale viene concesso il totale controllo sulla jeep, che continua però ad avere una quantità di carburante ben definita che funge da limite di tempo) all'interno di schermate fisse caratterizzate da meccaniche specifiche. Nel secondo scenario bisogna quindi farsi strada tra i fitti cespugli che coprono il terreno e arrivare sino alla parte alta dello schermo, così da poter radere al suolo le strutture nemiche. Gli avversari, in questo caso, danno incessantemente la caccia alla jeep, che può però tentare di complicar loro la vita allestendo passaggi tortuosi e intricati nell'erba. Il terzo livello vede invece il giocatore alle prese con un'area le cui pareti devono essere aggirate mentre i veicoli ostili sono di pattuglia: l'obiettivo sono sempre le strutture poste in cima allo schermo, ma la presenza di alcuni missili e la natura vagamente labirintica dello scenario rendono tutto più pericoloso. Il quarto scenario, infine, ripropone i cespugli già visti nel secondo (con l'aggiunta dei muri del terzo), ma ne sostituisce gli obiettivi con una fortezza dotata di micidiali cannoni e impiegata dalle forze nemiche come quartier generale.

La varietà è palesemente garantita, come s'è avuto modo di dire in precedenza, ma da sola non sarebbe stata sufficiente a fare di Borderline un prodotto ancora degno di essere ricordato e giocato. Lode a Compile, quindi, per aver supportato la varietà di cui sopra con un sistema di controllo reattivo e accurato (che non rinuncia però a restituire la sensazione di 'pesantezza' che dovrebbe essere giustamente associata a una jeep da guerra), con una invidiabile fluidità generale e con un ritmo non esattamente incalzante, ma ugualmente capace di avvincere e conquistare. Un buon esordio per l'SG-1000, in buona sostanza, al quale non hanno purtroppo fatto seguito le auspicate (soprattutto da Sega) fortune commerciali.

[Kotengu]


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