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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sony PlayStation
Harry Potter e la Pietra Filosofale
Electronic Arts | Argonaut | Edward Persey | Jake Fearnside | Lorne Campbell | Matt Ekins
30 06 2024

È vero che Harry Potter e la Pietra Filosofale tutto sommato non era distante dal gioco sognato dai numerosi fan dell'occhialuto ragazzino, ai suoi tempi più popolare di James Bond o Indiana Jones. È però altrettanto vero che nel gioco Electronic Arts/Argonaut finiamo per ritrovare quella mancanza di equilibrio preventivata da chi sa che l'equazione film di successo = videogioco di successo funziona solo in casi più unici che rari. Col che non voglio dire che questo sia stato un tentativo andato del tutto a vuoto, quanto che gli squilibri presenti erano riusciti a offuscare un gameplay impostato su linee elementari, ma bene articolato e potenzialmente divertente.

Non aspettatevi però elementi di gioco nuovi e sconvolgenti all'interno di questo esordio di Harry su PlayStation, perché non ne troverete, ovviamente. Per fortuna, comunque, quello che troverete non è il tradizionale tie-in affidato solo a varianti platform: questa, piuttosto, è una avventura dinamica realizzata sull'idea di un Tomb Raider semplificato, arricchito da enigmi facilmente digeribili, da una buona quota di diversioni inserite per spezzare la monotonia e da un ricorso solo marginale a piattaforme e acrobazie (come nello Zelda per N64 i salti sono affidati a un meccanismo automatico, con interventi manuali di secondaria importanza). Prevedendo un target tendenzialmente giovane, inoltre, i programmatori Argonaut avevano optato per una curva di incremento della difficoltà agevole, con una introduzione graduale alle componenti di gioco più impegnative (in alcuni momenti, come durante i voli sui manici di scopa, una certa dose di abilità è comunque richiesta) realizzata grazie a specifiche fasi di allenamento. Discorso analogo per quanto riguarda l'elemento portante dell'intera struttura del gioco, e cioè quello relativo alla magia. Gli incantesimi, infatti, oltre ad avere una importanza fondamentale, hanno anche il vantaggio di basarsi su un meccanismo non banale (con sequenze rapide di comandi da replicare secondo tempi e schemi precisi, come nei giochi a tema musicale) e quello di utilizzare ancora le fasi di addestramento.

L'esplorazione del castello è per molti versi guidata attraverso un susseguirsi preciso di missioni e sotto-giochi, ma è anche più articolata di quanto si possa supporre. La pianta della scuola di Hogwarts non è affatto striminzita e offre una quota plausibile di stanze da perlustrare e di aree segrete da scoprire, tanto che a botta calda si finisce per rimpiangere l'assenza della classica mappa su schermo. Per di più la costruzione grafica dei vari ambienti si attesta spesso su livelli qualitativi elevati, con texture dettagliate, colorate e ben definite. Non siamo certo in presenza di un capolavoro (per esempio il numero di poligoni su schermo è spesso inadeguato), ma pochi potranno negare l'abilità mostrata da Argonaut nel ricreare l'atmosfera del film.

Molti dei temi presenti nei libri della Rowling sono stati infatti ripresi con una certa classe. Anche il doppiaggio e i dialoghi, per esempio, sono stati realizzati con una professionalità tutto sommato sorprendente, mentre gli altri elementi del mondo di Harry Potter (l'entrata in scena degli abituali compagni e avversari, i termini particolari, la competizione tra i diversi gruppi di studenti) fanno comunque la loro comparsa, contribuendo a movimentare una trama già abbastanza mossa. Una volta ammessa, insomma, l'evidente prevedibilità e facilità di gioco (tanto per dirne una, l'unico ostacolo da considerare durante le fasi platform è rappresentato dai limiti di tempo, tra l'altro nemmeno stretti), bisogna anche riconoscere l'impegno messo nel cercare di diversificare la sequenza degli avvenimenti (un cenno particolare per la presenza delle partite a Quidditch, disponibili sotto forma di mini-gioco ma successivamente affrontabili a piacere).

Qualche problema arriva dal sistema di controllo dei movimenti: anche se entrare nel gioco non è affatto complicato, data la semplicità dei comandi e la linearità delle prove da affrontare, la risposta esagerata dello stick analogico (il direzionale digitale sembra più facilmente gestibile) può portare a errori di valutazione assolutamente gratuiti. Anche la colonna sonora sembra leggermente dimessa, con ottimi temi musicali che intervengono però solo a tratti e che lasciano nel silenzio più totale molte fasi. Ma il vero problema arriva dal livello di difficoltà complessivo di Harry Potter e la Pietra Filosofale, secondo me male impostato. Difficile pensare che chiunque abbia più di dodici anni possa impegnarsi per più di una settimana e difficile pensare che un adulto possa pensare di affrontare una avventura come questa. Non è certo una sorpresa (lo stesso film si rivolge a un target preciso), ma stando così le cose diventa difficile consigliarne l'acquisto o il riuso a chiunque abbia superato la pubertà.

[NO1]


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