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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo N64
Wave Race 64
Nintendo | Katsuya Eguchi | Shinya Takahashi | Keizo Ohta | Takashi Endo | Tsutomu Kaneshige | Hiroki Sotoike
14 06 2024

Le centinaia di giochi di guida dedicati alle console, spesso uguali l'uno all'altro, mi hanno ormai portato a uno stato di noia contemplativa: al massimo riesco ad apprezzare il gesto atletico-tecnico, ma d'altro canto il rischio che corro è quello di addormentarmi nel bel mezzo di un sorpasso a 250 Km/h. È proprio per questo che ai tempi avevo apprezzato lo sforzo fatto da Nintendo per creare qualcosa di davvero originale in questo campo con Wave Race 64, gioco per tanti versi sorprendente.

Andare a simulare delle corse tra moto d'acqua, sport ancora oggi riservato a una cerchia di fighetti da spiaggia, avrebbe potuto portare a risultati poco interessanti e derivanti magari da una semplice manovra commerciale della Kawasaki, qui sponsor principale. Ma in realtà il gioco (e a questo punto, che vi devo dire, forse anche lo sport da cui deriva) risulta appassionante e pieno di spunti inattesi: l'impressione generale è di meraviglia e di qualità generale. Prendere o lasciare, allora non c'era niente come Wave Race 64 nel mondo dei videogiochi, grazie alla sorprendente realizzazione grafica e, cosa ancora più importante, grazie al suo gameplay, semplice ma eccitante e pieno di sottigliezze.

In particolare la riproduzione dell'acqua appariva allora assolutamente miracolosa, non solo dal punto di vista grafico, ma anche da quello dell'interazione fisica tra questa e le moto. Calcolare, per esempio, la traiettoria del proprio mezzo tenendo conto del variare delle onde offriva un tipo di sfida non riscontrabile in nessun'altra simulazione. In particolare la sensazione di impatto contro l'acqua risulta ancora oggi realistica, grazie anche a un uso puntuale degli effetti sonori e delle animazioni, e anche estremamente mutevole a seconda delle situazioni in cui si effettuano i salti e della intensità del moto ondoso (peraltro configurabile). I percorsi da affrontare, anche se non proprio lunghi, risultano sempre ben studiati come tracciato e come particolari di contorno: per esempio i giochi di luce, protagonisti in molte ambientazioni, erano di una qualità del tutto inedita. Anche la caratterizzazione dei jetski disponibili (pochi, solo quattro) è comunque ben studiata e tra l'altro accentuabile mediante ulteriore personalizzazione.

L'anti-aliasing per una volta funziona bene, il che comporta una notevole nitidezza e una compattezza accettabile nella riproduzione dei concorrenti, anche in caso di inquadrature ravvicinate. Da segnalare poi che le quattro visuali a disposizione risultano tutte giocabili senza grandi sforzi, evento raro. La risposta ai comandi in una situazione di gioco così complicata da fattori di varia natura deve essere, e per fortuna ci riesce, pressoché perfetta. Il mini-joystick analogico Nintendo dà in questo caso il meglio di sé, permettendo spostamenti rapidi ma non bruschi e recuperi inaspettati in circostanze quasi irrecuperabili. In breve tempo, come è nella tradizione dei migliori titoli Nintendo, anche le situazioni più difficili vengono affrontate in maniera istintiva.

Il gioco dovrebbe essere uscito in Giappone a settembre del 96, se la memoria non mi inganna. Noi lo recensimmo con colpevole ritardo, ma comunque in tempo per la sua uscita sul mercato italiano, altrettanto colpevolmente ritardata. Questo ci ha però permesso di leggere quasi tutte le recensioni che lo riguardavano, generalmente caratterizzate da toni lontani dall'entusiasmo. Le critiche riguardavano perlopiù il problema di una longevità insufficiente, e su questo posso marginalmente essere d'accordo, e poi, incredibilmente, la realizzazione tecnica, e qui potrei anche inquietarmi (il termine inquietudine non rende l'idea che mi ero fatto). Per quanto riguarda la longevità: nove piste, tenendo conto anche dei tre livelli di difficoltà e dei settaggi variabili mediante il quadro opzioni (numero di giri da percorrere, mare più o meno mosso, numero di boe che possono essere saltate), non mi sembrano poche, ma d'altro canto la seconda modalità di gioco principale (Stunt Mode) mi dà l'idea di un riempitivo e comunque non mi convince del tutto, come non mi convincono in genere le discipline che comportano figure e passaggi obbligatori.

La modalità per due giocatori in 'split-screen', pur essendo ottimamente realizzata, ha invece il difetto di essere basata su gare singole, mentre avrebbe potuto essere inserita in un campionato come succedeva in Mario Kart 64. Problemi comunque marginali, come si intuisce. Se poi però mi si parla di grafica deludente con pochi poligoni su schermo, io allora ci resto un po' male. E questo perché se c'era in quei lontani anni un gioco in cui una grafica quasi senza difetti aveva anche il merito di essere strettamente finalizzata alla costruzione del gameplay, questo è proprio Wave Race 64. È inoltre evidente il fatto che la maggior parte dei poligoni e delle texture siano stati utilizzati non per il bordo pista ma per la creazione dell'incredibile effetto acqua. Infatti nel caso della modalità per 2 giocatori, tecnicamente più impegnativa, il punto di clipping è rappresentato da una linea evidente oltre la quale le onde non vengono disegnate e non da improvvise sparizioni delle costruzioni a bordo pista. Non mi trovo quindi d'accordo con la stampa del tempo, ma non lo faccio per partito preso (semplicemente non tutti sono dello stesso parere, in questa porca vita). Secondo me Wave Race 64 era e resta un gioco formidabile e sicuramente il più impressionante dal punto di vista visivo tra quelli della prima generazione del Nintendo 64 (e non solo). Non era poco, tenendo conto del livello della concorrenza.

[NO1]


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