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SirGlaive Appassionato di giochi per ZX Spectrum e di film d'azione d'annata, SirGlaive vive in una capsula del tempo che lo isola completamente dal mondo moderno. Del quale, per inciso, non sente la mancanza: non ha bisogno di nulla, se non di un televisore a tubo catodico, di un videoregistratore e (ovviamente) di uno Spectrum 128K...

Amstrad GX4000
Wild Streets
Titus
21 04 2024

Il direttore della CIA è stato rapito, il che richiederebbe in condizioni normali un'investigazione su larga scala e un massiccio intervento delle forze speciali. In Wild Streets, invece, il compito di liberare l'importante personaggio di cui sopra ricade sulle spalle di un solo uomo, ovvero l'esperto di arti marziali James Taylor, e su quelle della sua pantera nera Black Virgin. Improbabile? Sì, ma mai quanto la pochezza di Wild Streets, soprattutto se si pensa all'importanza che ogni singolo gioco per GX4000 rivestiva ai fini del destino di una macchina nata e cresciuta in una situazione a dir poco tragica. La console di casa Amstrad avrebbe avuto bisogno di una sfilza di titoli di grosso calibro per poter sperare di sopravvivere, ma nessuno sembrava averlo spiegato a Titus. In breve, Wild Streets è un disastro e può essere considerato uno dei chiodi sulla bara del GX4000.

I cinque livelli a sviluppo (non a scorrimento, si badi bene, perché la tecnica impiegata è quella del 'flick-screen') orizzontale mettono l'atletico Taylor e la sua partner felina di fronte a orde di malintenzionati tutti uguali, sia dal punto di vista grafico che da quello dell'intelligenza artificiale. O meglio: della totale assenza di quest'ultima, che rende di fatto praticamente inutile la discreta gamma di attacchi a disposizione del giocatore. In altre parole, conviene avanzare a testa bassa e colpire solo quando serve davvero, anche perché Taylor non è affatto la macchina di distruzione di massa descritta sul manuale e i suoi assalti non infliggono chissà quali danni agli avversari. Il giustiziere, tra l'altro, può contare anche su una pistola dotata di una scorta limitata di proiettili, ma non è il caso di usarla con leggerezza: meglio conservare le pallottole per l'immancabile boss di fine livello, a patto di riuscire a riconoscerlo.

"In che senso?", vi chiederete. È presto detto: il boss di cui sopra è uguale agli altri avversari e si distingue dai suoi sgherri unicamente per il maggior numero di colpi che è in grado di incassare. E non è tutto, perché non abbiamo ancora parlato della pantera. Dovrebbe rappresentare la ragion d'essere di Wild Streets e differenziarlo da qualsiasi altro picchiaduro, se non addirittura porlo qualche gradino più in alto della concorrenza, ma... non funziona. Il grosso felino passa infatti la maggior parte del tempo a scorrazzare per lo schermo disinteressandosi dell'azione, mentre dovrebbe invece intervenire in aiuto del protagonista nelle situazioni più concitate. Sembra quasi che la programmazione del comportamento della pantera non sia stata completata dagli sviluppatori, peraltro autori di una prova del tutto insufficiente anche in termini di gestione dei controlli e delle collisioni.

Non c'è nulla che possa essere salvato in Wild Streets, in conclusione, perché anche la grafica e il sonoro sono notevolmente al di sotto di quel che il GX4000 potrebbe fare una volta depositato in mani più capaci. E pure quella che (al pari dell'inserimento della pantera) dovrebbe essere una trovata originale e interessante, ovvero la necessità di ripercorrere tutti gli scenari in senso inverso una volta liberato il direttore della CIA, si palesa ben presto in realtà come una scocciatura priva di senso, dal momento che gli avversari continuano ad apparire ignari di quel che gli accade intorno e non sembrano in grado di danneggiare seriamente l'ex-ostaggio che Taylor dovrebbe proteggere lungo la strada verso casa. Un'altra idea da dimenticare, insomma, come il resto del gioco d'altra parte.

[SirGlaive]


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