Sony PlayStation
Madden NFL 99
Electronic Arts | Tiburon
24 03 2024
I videogiochi sportivi hanno segnato la storia videoludica da sempre (anzi, pensando a Pong, rappresentano la sua genesi). Non è un dato di fatto sorprendente: ogni sport ha infatti la sua schiera di seguaci che non aspetta altro che simulazioni sempre più accurate. La cosa sconcertante, invece, è come a ogni tentativo si riesca a parlare di prodotto insuperabile, di aggancio definitivo con la realtà: questo, ovviamente, è solo parzialmente vero. La storia infinita dei vari John Madden Football può essere esemplare in questo senso. Se dovessi andare a ritrovare le mie icone degli anni novanta, non potrei tralasciare il faccione di palta del caro John Madden: ogni autunno, quando cadevano le foglie, quando gli americani festeggiavano il Thanksgiving e i giocatori della NFL sgambettavano su campi sempre più pesanti, nei negozi si materializzava l'annuale copia del football di Electronic Arts (dal 1991).
John Madden Football arriva quindi da molto lontano, dai tempi di Amiga e Mega Drive o addirittura da quelli dei primissimi progetti Electronic Arts. Il suo gameplay, però, già allora non aveva rivali, non solo in campo sportivo, e questa sua reputazione è rimasta intatta per molti anni. Ogni nuova versione ha aggiunto qualcosa di inedito ma, come si dice, provare a migliorare la perfezione non è facile né saggio, e così per molto tempo l'edizione 1992 è parsa inarrivabile. Fatto sta che gli anni sono passati, i parametri di mercato sono cambiati e l'inevitabile evoluzione ci ha portato al buon capitolo del 1999. Una piccola grande rivoluzione aveva già provocato l'abbandono dei vecchi sprite a favore della grafica 3D, ma in questo caso la differenza era davvero più tangibile.
I giocatori, per esempio, qui sono animati con un 'motion capture' che finalmente riesce a funzionare. Le animazioni sono più fluide, più numerose, funzionali al gioco (la loro varietà non è un fattore solamente estetico), convincenti (la sensazione d'impatto fisico è più che realistica, non solo grazie alle vibrazioni del Dual Shock) e sono pure prive di tempi morti tra una sequenza animata e la successiva (fastidio presente in molti vecchi titoli sportivi EA). Un'altra cosa evidente è l'ulteriore miglioramento della giocabilità: finalmente la mobilità dei giocatori in corsa, che un tempo rendeva infruttuosi molti schemi di attacco, qui appare convincente. Per molto tempo la meccanica di gioco dei vari Madden si era basata più sugli schemi di lancio che su quelli alla mano. La situazione era già cambiata con la prima versione a 32 bit del 97, ma a questo punto, grazie anche al joypad analogico Sony, sembra quasi ribaltata.
E poi, grazie anche ai tempi rapidi con cui interviene la CPU quando deve impostare il proprio attacco (nelle prime versioni ci impiegava una vita) il gioco scorre via liscio, con un ritmo che un tempo veniva fuori solo a tratti. Purtroppo il sospetto che la maggiore gradevolezza derivi da un calo della pressione agonistica trova però rapida conferma: l'eccessiva intrusione della CPU nello svolgimento delle azioni è evidente in tutti e tre i livelli di difficoltà, con ricevitori che saltano per afferrare la palla anche quando il comando non viene effettuato e con linebacker che placcano con una volontà tutta loro (esattamente come avviene in Quarterback Club di Acclaim). Per mascherare questa evidente intrusione dell'intelligenza artificiale e per incoraggiare l'intervento diretto del giocatore, la CPU favorisce più del solito le intercettazioni improvvise: resta comunque una sensazione di casualità che, se pure non fastidiosa per i giocatori meno esperti, non potrà che irritare i puristi del football (e in effetti la critica americana non si era lasciata prendere dal tradizionale entusiasmo).
Una strana inversione di rotta, se si considera quanto l'edizione 98 si basasse invece su una intelligenza artificiale mirata ad alzare il livello di difficoltà, in quel caso quasi impraticabile per un giocatore occasionale. Constatato il difficile equilibrio di questo aspetto, io tenderei comunque a preferire l'accessibilità della versione 99, tra l'altro più vicina alla specifica preparazione del videogiocatore medio italiano. Anche perché Madden NFL 99, per altri versi, viaggia su livelli altissimi. La riuscita grafica poligonale di cui parlavamo riguarda anche gli stadi, riprodotti fedelmente uno per uno, e perfino gli arbitri; le opzioni offerte influenzano quasi ogni aspetto del gioco, garantendo una flessibilità enorme; i campionamenti sonori sono molto d'effetto e sono studiati per reagire in modo coerente all'andamento della partita, col pubblico che vi fischia se per esempio lo schema scelto è palesemente inopportuno. L'inquadratura di base (denominata Madden) è stata poi leggermente modificata come angolo di ripresa, il che permette una rara combinazione tra impatto spettacolare e ampiezza di visuale.
Da non dimenticare il fatto che Madden è stato da sempre considerato il miglior gioco (o quasi) nella modalità per più giocatori e quest'ultimo non fa eccezione. Nonostante altre lievi mancanze (qualche 'delay of time' inopportuno e un'interfaccia per la scelta degli schemi meno intuitiva di un tempo), Madden NFL 99 può quindi essere considerato come un'ottima occasione per chi si accosta per la prima volta al football videoludico di annata. I più scafati, invece, farebbero meglio a rivolgersi a qualcosa di più coriaceo.
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