Appassionato di giochi per ZX Spectrum e di film
d'azione d'annata, SirGlaive vive in una capsula del
tempo che lo isola completamente dal mondo moderno.
Del quale, per inciso, non sente la mancanza: non ha
bisogno di nulla, se non di un televisore a tubo
catodico, di un videoregistratore e (ovviamente) di
uno Spectrum 128K...
Dragon Data Dragon 32
The Dark Pit
Microdeal | G. Twist | T. Folks
07 02 2024
I labirinti rappresentavano un vero e proprio caposaldo del software ludico dei primi anni 80, e per ottimi motivi. Fornivano solitamente una longevità degna di nota, direttamente collegata già all'epoca alla bontà del rapporto qualità/prezzo, e consentivano di allestire strutture di gioco relativamente complesse. Le porte bloccate, le chiavi da reperire per aprirle, le armi da raccogliere in giro per le stanze e gli avversari contro i quali usare le suddette armi, da parte loro, erano praticamente immancabili e infatti si ritrovano anche in questo The Dark Pit.
Lungi dall'essere banale, però, il gioco pubblicato da Microdeal nel 1985 non si fa affatto mancare i suoi bei guizzi. Le serrature da sbloccare, per esempio, vengono offerte in diversi colori e richiedono chiavi della stessa tinta per poter essere oltrepassate. L'apertura delle porte, inoltre, è completamente automatica quando il giocatore è in possesso della relativa chiave e ciò ha l'effetto indubbiamente positivo di non rallentare il ritmo di gioco, tutto sommato molto gradevole. Gli sviluppatori, del resto, erano probabilmente consapevoli della necessità di snellire ovunque possibile: avevano messo in piedi un'ossatura di gioco più articolata della media, potenzialmente foriera di un indebolimento del flusso generale in caso di scarsa attenzione all'implementazione delle meccaniche.
The Dark Pit, infatti, fornisce al giocatore diverse armi che devono essere rifornite di munizioni nel caso del fucile (il primo strumento offensivo che si incontra) e di unità di energia per quanto riguarda le altre e lo scudo. E non è tutto, perché le armi devono essere selezionate intervenendo sui tasti numerici e obbligano quindi, oltre alla valutazione dell'oggetto da usare di volta in volta, ad allungare una mano verso la tastiera a ogni passaggio da un'arma all'altra. Ed ecco dove il ritmo avrebbe potuto subire un colpo, schivato però con ingegnosi stratagemmi come l'apertura automatica delle porte (occhio a non avvicinarvi troppo a quelle che non vanno ancora sbloccate, però, perché la chiave andrebbe sprecata!) di cui s'è detto in precedenza.
Il risultato è un gioco scorrevole, impegnativo al punto giusto, corposo quanto basta (64 stanze non sono una bazzecola) e dotato di una certa varietà, derivante principalmente dall'interessante architettura delle schermate che compongono il labirinto e dalla presenza di diversi tipi di nemici. La grafica non è niente di che e il sonoro è ridotto al minimo (se non qualcosa in meno, addirittura), ma la giocabilità rimedia egregiamente alla piattezza tecnica dell'avventura e consegna The Dark Pit alla lista dei titoli per Dragon 32 ancora degni di essere provati.
[SirGlaive]