Appassionato di giochi per ZX Spectrum e di film
d'azione d'annata, SirGlaive vive in una capsula del
tempo che lo isola completamente dal mondo moderno.
Del quale, per inciso, non sente la mancanza: non ha
bisogno di nulla, se non di un televisore a tubo
catodico, di un videoregistratore e (ovviamente) di
uno Spectrum 128K...
Atari 7800
Planet Smashers
Atari | Datafast Computer Services | James V. Zalewski
03 12 2023
Con una guerra (quella contro il NES) persa in partenza alle spalle e un futuro a dir poco incerto di fronte, l'Atari 7800 non si sarebbe trovato in una bella posizione neanche se la casa madre si fosse applicata seriamente per dargli almeno qualche sparuta possibilità di sopravvivenza. Figurarsi quanto poco invidiabili potessero essere le prospettive della console, quindi, alla luce dello scarso impegno profuso da Atari nella ricerca di giochi adatti a metterne in luce le capacità, invero tutt'altro che trascurabili. Planet Smashers rappresenta un esempio lampante di tale sciatteria: si tratta infatti di un prodotto scialbo, monotono, per niente ispirato e tecnicamente discutibile. In altre parole, un disastro.
Il manuale parla di un eccitante sparatutto a scorrimento verticale di ambientazione spaziale, ma la realtà dei fatti è decisamente diversa. Le eleganti navi stellari citate nelle istruzioni somigliano in realtà a normalissimi aeroplani, peraltro dolorosamente fuori posto nelle profondità stellari disegnate sullo schermo, e le sette ondate di invasori mutanti descritte dal manuale sono in effetti composte da nemici totalmente privi di ispirazione, se non addirittura di senso, che vagano tra le stelle in maniera apparentemente inconsapevole e confusa. Sono pericolosi, per carità, ma soltanto all'esaurimento degli scudi della navetta manovrata dal giocatore, nel qual caso un proiettile o un malaugurato contatto sono sufficienti a provocare la perdita di una vita. Neanche la morte incombente che aleggia in questi frangenti, però, riesce a rendere Planet Smashers appassionante o a generare alcuna forma di tensione: colpa di una generale letargia che non viene mai dissipata e dell'interesse generato dal gioco, prossimo allo zero.
La necessità di incamerare una serie di capsule Warp per raggiungere la fine del livello in corso e la presenza di potenziamenti per la navetta, depositati sullo schermo da specifici avversari previo abbattimento e declinati in diverse varianti, non aggiungono nemmeno una magra spolverata di pepe a Planet Smashers. Idem per quanto riguarda gli avversari finali, che dovrebbero mettere in mostra una durezza fuori dall'ordinario e una feroce volontà assassina (ci riferiamo di nuovo al manuale che accompagna la cartuccia) e si rivelano invece banali quanto il resto del gioco. L'obbligo di lasciar scampare alla morte il minor numero possibile di nemici, la cui fuga provoca la decrescita dello scudo protettivo della Terra, dovrebbe movimentare l'azione, ma fallisce miseramente (e prevedibilmente, a questo punto?) nell'alimentare la voglia di andare avanti e magari ottenere un punteggio degno di nota. Planet Smashers, probabilmente, non è il peggior sparatutto a scorrimento verticale di tutti i tempi, ma di sicuro ha i numeri per non sfigurare in una competizione in tal senso. E questo, purtroppo, la dice lunga sulla qualità del gioco.
[SirGlaive]