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Goliath Convinto sostenitore della pixel art e della massima semplicità nelle produzioni per le macchine attuali, Goliath non disdegna comunque i videogiochi propriamente moderni. Mastica un po' di tutto, dalle simulazioni sportive agli RPG, ma ha una predilezione mai sopita per l'azione dura e pura.

Sony PlayStation
TOCA Touring Car Championship
Codemasters | Bryan Black | Philip Hindle | Lee Metcalfe | Richard Ogden | Patrick O'Luanaigh | Iain Russell | Scott Stephen | Andrew Tate | Jonathan Webb
25 11 2023

L'arma vincente di TOCA Touring Car Championship (d'ora in avanti semplicemente TOCA, per amor di brevità), all'epoca, stava fondamentalmente nel suo essere innovativo. Il gioco targato Codemasters non si buttava infatti nell'allora affollato mercato delle simulazioni di F1, ma rivolgeva le sue attenzioni al combattutissimo Campionato Turismo britannico. Una scelta del genere non poteva che rivelarsi positiva, data l'estrema affinità tra la formula automobilistica in questione e i videogiochi di guida. Nel Turismo infatti le gare erano sempre serratissime e i piloti non si risparmiavano alcun tipo di 'cortesia', ivi incluse sportellate e spintarelle sull'erba. Il risultato di tale struttura garantiva un gran divertimento e una massiccia dose di sfida, a cui faceva da brillantissimo compare l'eccellente modello di guida. In TOCA era infatti possibile trovare una specie di versione stradale del modello proposto da Infogrames nel suo V-Rally. Le auto disponibili erano otto (più due nascoste, del tutto trascurabili) e ognuna era leggermente differente dalle altre. I parametri fondamentali in base ai quali i veicoli erano stati caratterizzati erano il peso e la ripresa, dato che le velocità di punta erano simili; ciò consentiva di scegliere senza problemi l'auto più adeguata al proprio stile di guida, ovvero pesante e robusta (perfetta per le sportellate) o leggera e maneggevole. Ed era a questo punto che entrava in gioco il modello di guida vero e proprio.

Codemasters aveva optato per una certa rigidezza delle auto, che si risolveva in un'estrema precisione delle stesse e in un andamento spettacolare delle gare. Non era infatti raro finire in testacoda per aver affrontato sottogamba una curva apparentemente veloce, oppure andare a spasso nell'erba per via di una ruota di troppo messa sullo sporco. Si trattava però di errori sempre riconducibili all'imperizia del giocatore, tanto che non si aveva mai la sensazione di essere andati a ruote per aria per semplice volontà del gioco. Molti errori potevano sembrare a prima vista enigmatici, ma un accurato studio della pista nei giri successivi rivelava puntualmente i limiti (quasi sempre sorpassati nelle prime tornate, con conseguenti ammucchiate) di ogni curva e avvallamento. In TOCA, del resto, bisognava tener conto anche delle pendenze della pista, che se affrontate a velocità troppo elevate finivano per compromettere seriamente l'assetto dell'auto.

Il modello di guida era quindi inizialmente ostico, ma una volta presa dimestichezza con l'estrema sensibilità delle auto ci si trovava di fronte a un titolo eccellente in cui era davvero possibile limare i centimetri sulle curve più ostiche e staccare gli avversari con somma tracotanza. A questo proposito non è possibile non citare l'enorme sfida offerta dal gioco, che si presentava con quello che era probabilmente il miglior algoritmo di intelligenza artificiale automobilistica dell'epoca. I piloti controllati dalla CPU si comportavano in modo perfettamente credibile e ognuno di essi reagiva in modo diverso alla sconfinata serie di inconvenienti che una gara poteva presentare. C'erano guidatori assai nervosi (che rispondevano con gli interessi alle sportellate), precisi (gente capace di pennellare le curve in maniera fenomenale), infami e persino imbranati. TOCA non era comunque privo di difetti, tra i quali figuravano alcune lacune grafiche (come la velocità dello scorrimento, non esattamente esaltante) e diversi aspetti che tendevano a rendere il gioco ancor più difficile (esemplari in tal senso l'assiduità con cui le gare di campionato venivano vinte dallo stesso concorrente e l'estrema 'tenerezza' dei giudici di gara nei confronti dei piloti manovrati dalla CPU). Niente di devastante, in buona sostanza, per un giudizio finale conseguentemente positivo, oggi come allora.

[Goliath]


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