Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sony PlayStation
Tenchu: Stealth Assassins
Activision | Acquire | Sony | Takuma Endo | Hiroaki Takahashi | Masayoshi Nimajiri | Kazuhiro Watanabe | David Grijns
22 11 2023
Come è probabilmente noto a tutti, la storia del Giappone feudale è ricca di situazioni, leggende e personaggi che continuano tuttora ad affascinare uomini e donne di tutto il mondo. I samurai e la loro totale dedizione ai superiori, le arti marziali, i trattati di strategia militare e i codici comportamentali dei combattenti (tra cui il famosissimo Bushido, la via del guerriero basata sulla frugalità e sulla rettitudine) sono elementi che non possono non suscitare un moto di curiosità nei più intraprendenti, che vengono spesso e volentieri travolti dal fascino di questo complesso periodo storico. Tra le figure più note al grande pubblico spiccano comunque dei personaggi decisamente particolari, apparentemente slegati da quelle che erano le norme generali del loro tempo e liberi da qualunque tipo di sottomissione e obbedienza. Stiamo parlando dei ninja, resi famosi da decine di fumetti, cartoni animati e videogiochi e frequentemente presi come icona dell'antico Giappone, in contrapposizione ai sopracitati samurai. Per chi fosse appena tornato da Giove, comunque, i ninja possono essere definiti come assassini invisibili, dediti all'eliminazione dei propri avversari nel modo più silenzioso e discreto possibile.
Le caratteristiche dei guerrieri ombra, ovvero la capacità di agire senza essere notati e uccidere senza destare sospetti, erano state spesso ignorate dai produttori di videogiochi. I ninja videoludici sono infatti sempre stati dei gran casinisti (per non parlare dei ridicoli colori delle loro tutine attillate), pronti in ogni momento a entrare in scena urlando e sventolando le proprie spade in faccia a improbabili nemici. La divisione nipponica di Sony Music Entertainment, ai tempi della prima PlayStation, aveva però deciso di rendere giustizia ai metodi certosini e alle sottigliezze impiegate dai veri ninja, ed è a questo scopo che è nato Tenchu (che tradotto dovrebbe suonare più o meno come 'punizione divina', se non erro). In Tenchu: Stealth Assassins (1998) infatti potrete scordarvi il classico approccio rumoroso e scervellato e dovrete invece procedere con cautela ed evitare a tutti i costi gli scontri diretti. Le vostre armi (tra cui è possibile annoverare spade, shuriken, bombe fumogene, riso avvelenato e un fondamentale rampino, con cui potrete raggiungere i tetti su cui spesso vi nasconderete) saranno ovviamente indispensabili, ma non costituiranno quasi mai il miglior modo per salvare la pelle e portare a compimento la vostra missione. Le guardie armate sono infatti numerose e agguerrite e il miglior metodo per liberarsene passerà inevitabilmente per una serie di movimenti silenziosi da effettuare nell'ombra, per poi cogliere alle spalle il malcapitato di turno e freddarlo con un solo colpo.
Sin dall'inizio Tenchu si presenta in modo non solo gradevole ma anche vario, permettendo la scelta tra due differenti ninja (Rikimaru, ovvero il massiccio uomo della situazione, e la minuta e rapida Ayame, con un improbabile completino assai provocante) e consentendo di decidere cosa portare con sé nel corso della missione successiva. Le scelte operate in questo frangente risultano di solito molto importanti e arrivano a influire pesantemente sull'esito delle azioni intraprese. Le missioni disponibili sono in tutto dieci (due in più rispetto alla versione giapponese, con uno sviluppo notevole delle mappe) e traggono un evidente beneficio dalla grande atmosfera che pervade tutto il gioco, a partire dalla raffinata sequenza iniziale. Restano invece quasi invariati i problemi legati al motore grafico, che pur comportandosi in modo più onorevole rispetto a quello impiegato nella primissima versione non riesce a scrollarsi di dosso pesanti difficoltà nell'aggiornamento e in alcune animazioni. Anche il controllo dei ninja è lontano dalla perfezione e potrebbe comportare qualche frustrazione nel corso delle prime partite: la mancanza di precisione nei movimenti si fa sentire soprattutto nella modalità 'stealth', anche se una volta fatta l'abitudine nulla potrà impedire ai giocatori più smaliziati di aggirarsi tra i vicoli come ombre. Ultime note per il parlato, la cui traduzione in inglese non mi ha convinto del tutto, e per l'estrema particolarità del gioco, che alla fine non ha potuto non relegare Tenchu: Stealth Assassins al ruolo di prodotto di nicchia commerciale, senza però sminuirne minimamente il valore assoluto. Imperfetto, ma comunque intrigante, resta tra i giochi meno conosciuti e più interessanti per PlayStation (e qualcuno, qui ad A.Rea. 21, si spingerebbe anche oltre questa valutazione).
[NO1]