International Superstar Soccer 98 [Nintendo N64]

A.Rea. 21 : retrogaming e videogiochi dal 1996!

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Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sarà pure che non ci capisco più niente di pallone (posso chiamarlo pallone, come un tempo, alla faccia delle analisi tecniche raffinate di Caressa e delle esperte di DAZN?), ma mi è rimasto un dubbio, anche se collegato solo indirettamente allo sport vero e proprio. Ma perché, quando si tratta di calcio videogiocato, tutti tirano in ballo FIFA Soccer e Pro Evolution Soccer e nessuno nomina mai International Superstar Soccer 64, meno rigoroso, meno realistico, ma decisamente più divertente?

International Superstar Soccer 64, chiariamo per chi abbia meno di vent'anni, era una simulazione di calcio (vagamente arcade) targata Konami, prodotta dal team Major A e lanciata nel 1997 sulla console Nintendo a 64 bit. Quello che la rendeva memorabile era, sinceramente, un po' tutto: l'impatto immediato, una grafica allora all'avanguardia, una intelligenza artificiale evoluta per i tempi, la spettacolarità delle azioni, la completezza della componente strategica. Una realizzazione quasi perfetta, che veniva a mancare solo in alcune fasi (qualche goal gratuito e difensori tonti) e nell'abuso dell'effetto antialiasing, che finiva per offuscare la definizione. Fastidi che comunque scomparivano di fronte a una meccanica di gioco da sbalordimento: semplice ma con uno spessore penetrabile a lungo termine, e questa, come dicono i saggi, è la matrice di ogni classico. E torniamo così all'introduzione: International Superstar Soccer resta un caso a sé, perfettamente riuscito, perché non ha cercato di imitare il calcio come è diventato (sempre più ingabbiato da tattiche e schemi tutti uguali), ma come dovrebbe essere (non prevedibile, magari entusiasmante).

Secondo me non si sentiva il bisogno di ritocchi, tanto più a breve, ma le esigenze commerciali legate al mondiale di calcio del 1998 spinsero i programmatori Konami a intervenire almeno in parte sul loro prodotto. La prima cosa che saltava agli occhi, comunque, era come l'antialiasing fosse stato usato ancora una volta in dosi massicce, il che provocava la solita leggera sfocatura generale. Abituati all'hi/med-res di titoli sportivi quasi contemporanei per Nintendo 64 (come Quarter Back Club o Kobe Bryant NBA) ci si ritrovava francamente un po' infastiditi; l'unica alternativa era quella di usare visuali ravvicinate, che però non potevano non compromettere la giocabilità. Interessante invece l'introduzione di una nuova inquadratura longitudinale del campo (à la Striker), che in effetti permetteva una gestione più chiara dei contrasti e dei tiri in porta.

I calciatori erano stati ridisegnati (si presentavano con altezze differenti e più 'atletici'), ma continuavano a ricordare solo alla lontana le loro controparti reali, mentre le animazioni (sempre realistiche) restavano ancora una volta collegate tra loro in modo poco naturale. Dove però l'accuratezza dei programmatori si era potuta sfogare era nella ricerca dei particolari, con un effetto finale vicino a quello di una vera ripresa televisiva e con fasi, spettacolari o di contorno, puntigliosamente riprodotte (e anche enfatizzate, come nel caso dei festeggiamenti nel dopo-goal e degli infortuni con relative aspersioni di novocaina). Molto buona la realizzazione degli stadi, aumentati di numero rispetto alla precedente versione (nove). Difficilmente criticabile anche la sezione strategica: l'organizzazione dei menu risultava più logica di prima e l'introduzione di nuovi parametri consentiva una gestione più completa delle squadre (si poteva perfino scegliere a chi affidare il ruolo di capitano).

Le fondamenta del gioco, poi, non potevano per fortuna essere modificate di molto. Il gameplay continua ad avere il suo pezzo forte nell'intelligenza con cui si muovono i propri compagni quando sono senza palla, il che rende la costruzione delle azioni spontanea e piena di varianti possibili. Solo di rado le triangolazioni risultano fini a sé stesse, come è anche difficile vedere un passaggio filtrante che non cerchi di impostare un preciso schema: la sensazione, alla fine, è quella di avere un maggiore controllo su quello che succede in campo. Controllo migliorato anche per quanto riguarda i tiri in porta: quelli da lontano, per esempio, oltre a dare un'impressione di velocità una volta assente, non finiscono più con puntualità eccessiva all'incrocio dei pali e possono essere indirizzati con maggior precisione. Il commento a cura di Tony Gubba (BBC) è adeguato, ma ripetitivo (poca memoria disponibile); lo stesso si può dire degli effetti sonori.

I programmatori della sezione Major A sono stati attenti anche nel correggere il comportamento dei portieri e dei difensori, almeno in determinate circostanze: ne è conseguito un leggero aumento della difficoltà, che comunque alcuni giudicano ancora un po' bassa. D'altro canto con cinque livelli e tante squadre disponibili parlare di approccio più o meno arduo diventa davvero relativo. International Superstar Soccer 98 rappresenta quindi un perfezionamento, forse non massivo, di un gioco già quasi perfetto. Tenendo conto della sua diffusione sul mercato dell'usato, chiunque abbia fatto l'errore, ai tempi, di non aver acquistato questa o la precedente versione, ha l'occasione di non perseverare diabolicamente.

[NO1]