Power Diggerz [Sony PlayStation]

A.Rea. 21 : retrogaming e videogiochi dal 1996!

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Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Trasportare tartarughe da una piscina a un'altra ricorrendo a una ruspa, cercando per di più di rispettare tempi ristretti, può non coincidere con un'idea di divertimento universalmente accettata e, al limite, può anche apparire pretestuoso come argomento. Ma alla prova dei fatti risulta stranamente divertente. O almeno così poteva apparire a chi non ne poteva più (e non ne può più anche oggi) di un parco giochi omogeneizzato al massimo e di filoni sfruttati fino all'osso. Il punto di forza di questo Power Diggerz (2000, in Giappone) era quindi l'originalità, dettata dalla capacità dei programmatori giapponesi di utilizzare qualsiasi attività umana per ottenere nuove ispirazioni: non è poco, come titolo di merito, ma ad essere onesti potrebbe anche non bastare.

Per buona sorte l'idea di partenza del simulatore dedicato al mondo delle pale meccaniche (certo che Taito di fantasia ne aveva pure troppa...) è supportata da una presentazione eccellente, da una grafica di buona qualità (penalizzata solo da qualche perdita di poligoni e dal tremolio delle texture tipico della PlayStation) e da un sistema di controllo correttamente impostato (anche se poco istintivo, data la derivazione dalla modalità di guida delle ruspe vere e proprie e vista l'assenza sui mercati occidentali dello specifico controller distribuito in Giappone). La fase di salvataggio delle povere tartarughe, di cui si parlava all'inizio, fa capire come Power Diggerz si rivolga al mondo simulativo con un atteggiamento leggero e stravagante: questo non significa però che al suo interno non si ritrovino poi momenti di maggiore realismo. Alle tre macchine messe a disposizione toccano infatti anche compiti più convenzionalmente legati all'attività edilizia, almeno in un primo momento, con scavi più o meno impegnativi, abbattimenti di case e prevedibili spostamenti di sabbia e massi. Aspettatevi comunque una rapida sterzata verso il divertimento puro o addirittura verso il surrealismo, con distruzioni di automobili, attraversamenti di labirinti e immissioni di salse all'interno di un gigantesco piatto di cibo.

Gli escavatori della giapponese Komatsu si distinguono, tra l'altro, sia per i diversi compiti che devono affrontare, sia per le loro diverse caratteristiche di manovrabilità e potenza, il che (unitamente alla elargizione di stipendi calcolati sulla base dell'abilità dimostrata, alla presenza di cinque livelli di difficoltà, a quella di un buon Two Player Mode, di qualche mini-game, di una inattesa quota di modalità alternative, di una inedita visuale in soggettiva e di un ottimo Construction Kit messo a disposizione di chi è interessato all'assemblaggio di nuove ambientazioni di proprio gradimento) assicura una longevità complessiva perlomeno decente. Data la natura arcade del simulatore di Taito non bisogna però aspettarsi miracoli, in questo senso. Power Diggerz è un titolo che fa ancora oggi quello che deve fare (sorprendere con la sua anticonvenzionalità, non creare troppi problemi, richiedere una buona coordinazione motorio-visiva e divertire per brevi periodi di tempo, con continue riprese di gioco sempre possibili), ma a cui non sarebbe giusto chiedere molto di più di questo.

[NO1]