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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sony PlayStation
Roland Garros French Open 2001
Cryo | Carapace
01 06 2023

Le simulazioni sportive di solito sono sponsorizzate da qualche atleta di grosso calibro, almeno potendo. Non è stato invece il caso di Roland Garros French Open 2001, evidentemente: il gioco Cryo puntava tutto sul prestigio del torneo di tennis parigino (uno dei quattro del Grande Slam, comunque qui tutti presenti). In realtà di tennisti veri e propri, forniti del proprio nome e regolarmente iscritti all'ATP, in Roland Garros 2001 non ce n'era nemmeno uno, dato che gli otto disponibili da subito (a cui si univano altri otto in un secondo momento) erano frutto di pura invenzione. Ma a parte questa specifica lacuna il gioco cercava chiaramente di favorire un approccio realistico anche a scapito della immediatezza.

Mi dicono che questo Roland Garros French Open 2001 era il sequel di un omonimo titolo di un paio di anni prima. Personalmente non ho avuto l'opportunità di provare questa precedente edizione (né di sentirla nominare, come spesso mi capita con i titoli destinati principalmente al mercato francese), ma i soliti super informati mi assicurano che il suo punto debole era rappresentato da una facilità eccessiva. In questo caso, invece, mi sento di poter dire che si viaggia in direzione opposta. Il modello di base a cui si sono rifatti i programmatori di Carapace sembra infatti quello del vecchio Jimmy Connors Pro Tennis Tour, famosa simulazione a 16 bit di Ubi Soft (su Super Nintendo). I punti di contatto tra i due si riscontrano, ovviamente, soprattutto all'interno del gameplay: basta pensare alla necessità comune di effettuare i vari colpi solo dopo preventiva apertura di braccio o al metodo utilizzato per effettuare il servizio. In questo senso Roland Garros French Open 2001, come appunto Jimmy Connors Pro Tennis Tour, si orienta verso un realismo inconsueto, almeno per quanto riguarda il tennis su console.

Questa vocazione non viene però sorretta dalla capacità di curare i meccanismi di gioco fondamentali: così, per esempio, il tempismo richiesto per effettuare le suddette aperture (peraltro non ben raffigurate da una animazione puntuale) appare francamente lontano da qualsiasi impostazione del tennis reale, mentre i corrispondenti spostamenti dei giocatori sembrano vagamente innaturali, con veri e propri buchi (quasi mancassero dei frame) in caso di eccessiva distanza tra giocatore e pallina. Morale della favola: il coinvolgimento e lo spessore di Jimmy Connors Pro Tennis Tour restano solo un miraggio.

A favore di Roland Garros French Open 2001 bisogna però segnalare che, una volta pagato il dazio di un approccio piuttosto macchinoso (è comunque presente una sezione training) e una volta prese le misure al ritmo poco veloce dei palleggi, gli scambi sul campo possono rivelarsi abbastanza coinvolgenti, grazie anche a una intelligenza artificiale reattiva. Allo stesso modo, però, una volta fatto salvo il cuore della simulazione (tenuta in piedi da una buona varietà di colpi, non tanto come quantità lorda di comandi quanto come possibilità di variare angolazione e profondità dei colpi) occorrerà pure ammettere che il contorno grafico appare dimesso rispetto agli standard della PlayStation. La realizzazione dei campi può in effetti essere considerata nella media ma, con tutta la buona volontà, la sciatteria che affligge le texture di personaggi e pubblico non può che provocare un certo sconforto (e non parliamo nemmeno della quota di poligoni impiegati). Purtroppo questa rifinitura grafica discutibile va a fare coppia con una colonna sonora non del tutto perfezionata: gli effetti sonori, in particolare, sono ben ideati ma hanno il difetto di intervenire ogni tanto con un ritardo che finisce per annoiare.

Roland Garros French Open 2001 viaggia quindi tra sprazzi positivi legati a una impostazione alternativa (per così dire) del gameplay e una certa mediocrità di fondo (e la presenza di otto campi e di sedici racchette non basta certo a far acquistare profondità e brillantezza al tutto). Difficile che possa, tanto più oggi, provocare grandi entusiasmi al di là della ristretta cerchia degli appassionati (i soli che potrebbero concedergli il beneficio di una nostalgica prova).

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